A margine della Chianti Classico Collection in corso (lunedì 17 e martedì 18 febbraio) alla Stazione Leopolda di Firenze, il Consorzio Vino Chianti Classico traccia il bilancio dell’anno appena trascorso.

“Il 2024 è stato un anno particolare per la Docg del Gallo Nero – inizia l’analisi – che ha celebrato il centesimo anniversario della fondazione del suo Consorzio (il più antico d’Italia) e confermato, in generale, lo stato di salute della denominazione. Nonostante la complessa congiuntura internazionale, il Chianti Classico conferma la sua presenza nei principali mercati. E aumenta il valore globale della denominazione”.

“L’analisi dei dati relativi al Chianti Classico nell’anno da poco concluso – proseguono dal Consorzio – ci restituisce il quadro di una denominazione in sostanziale buona salute. Nonostante il 2024 sia stato un anno connotato dall’instabilità del contesto internazionale (con il prolungarsi del conflitto in Ucraina e l’ampliamento degli scontri in Medio Oriente), le marcature dei vini Gallo Nero a fine anno si sono attestate allo stesso livello dell’anno precedente”.

“Il Chianti Classico – si spiega – ha avuto infatti la capacità di rispondere al meglio alle difficoltà del mercato globale: è una denominazione dinamica e sempre in evoluzione, senza tradire le sue radici. Questa impostazione si riflette nell’offerta, ben differenziata con le tre tipologie, annata, Riserva e Gran Selezione: quest’ultima ulteriormente definita dall’introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive in etichetta”.

“Le giacenze – si analizza un altro tasto importante – nonostante una vendemmia 2024 superiore alla media, restano stabili, contenute entro i limiti propri di un vino da invecchiamento. E’ questo un dato particolarmente significativo della performance del Chianti Classico. I dati mostrano quindi una denominazione che affronta il 2025 solida e stabile”.

“Il 2024 è stato un anno molto importante per il Chianti Classico – viene specificato – anche perché ha puntato i riflettori sulle caratteristiche uniche e identitarie di questa denominazione, che da 100 anni è rappresentata da un Consorzio e da una compagine sociale sempre più salda e unita. Nel 1924 33 viticoltori decisero di condividere un progetto comune, creando il Consorzio: la loro visione fu quella di credere nella forza della collettività, perché solo così si poteva gestire una produzione che potesse parlare di un intero territorio. La scelta lungimirante di allora ha dimostrato il suo valore strategico nel corso del tempo”.

“Ancora oggi infatti – si ricorda – con una base sociale che sfiora le 500 aziende, il Consorzio e i suoi associati pensano, uniti, al futuro della denominazione, condividendo un altro importante progetto, un Manifesto di Sostenibilità, la visione di un Chianti Classico sostenibile sia come sistema imprenditoriale che come mezzo di salvaguardia del territorio, per poterlo restituire intatto e valorizzato alle generazioni future”.

“Grazie all’impegno di Consorzio e produttori – viene rivendicato – negli ultimi anni è cresciuto in generale il valore della denominazione e la sua notorietà nel mondo. Anche a partire dal prezzo delle uve e dello sfuso, sostenuto da un Accordo di Filiera, fortemente voluto dal Consorzio, grazie al lavoro del Distretto Rurale del Chianti: la quotazione media ad ettolitro di vino sfuso Chianti Classico mostra un incremento dei prezzi costante dall’annata 2019 alla 2023, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottigliano. Per quel che riguarda il prodotto imbottigliato, si conferma invece l’importanza – in volumi venduti e in valore – delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2024 le due tipologie hanno infatti rappresentato, congiuntamente, circa il 43% della produzione e il 54% del fatturato”.

La diffusione sui mercati

Passando ad analizzare la ripartizione dei mercati, gli USA si confermano ancora una volta al primo posto: il 36% delle bottiglie di Chianti Classico trovano infatti sbocco su questo mercato, registrando un aumento dei volumi venduti, che ha visto un’accelerazione soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno.

Per questo, anche nel 2025, il Consorzio ha in programma la realizzazione di varie attività di marketing e comunicazione negli Stati Uniti d’America, ed in particolare a fine aprile organizzerà un evento di altissimo livello nella città di New York (28 aprile 2025).

Segue, come di consueto, al secondo posto il mercato interno. In Italia trova infatti sbocco un quinto delle bottiglie vendute di Gallo Nero (20%). Poi stabile, al terzo posto, il Canada (10%), un mercato che negli ultimi anni ha regalato ai produttori di Chianti Classico grandi soddisfazioni e per cui il Consorzio vede ancora ottime potenzialità di crescita.

Ottima anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto (7%): come per l’anno precedente, questo mercato è quello che riconosce il valore più alto ai vini al top della piramide qualitativa del Chianti Classico, le Gran Selezioni, con medie oltre i 35 euro a bottiglia (ex cellar price).

 

Poi, ancora fra i mercati consolidati, ricordiamo la Germania (4%), un mercato che è e sarà oggetto di particolare attenzione nella strategia consortile insieme a Svezia (che rappresenta il 5% insieme agli altri paesi scandinavi) e alla Francia (paesi target nell’ambito del nuovo progetto triennale FEST finanziato dalla UE).

Seguono: Benelux (4%), Svizzera (3%) che nel 2024 ha registrato un’importante crescita (+19% di bottiglie vendute) e il fedele e stabile Giappone (2%).

Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero unica; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici, i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono infatti distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo.

Le parole del presidente Manetti

“Siamo molto soddisfatti della notorietà che il Chianti Classico sta sempre più acquisendo su tutti i mercati internazionali – dichiara Giovanni Manetti, presidente del Consorzio – i nostri vini sono considerati ovunque prodotti di eccellenza. Da alcuni anni il Consorzio sta infatti investendo sul potenziamento dei suoi mercati storici, anche con alcune attività innovative che ci permetteranno di avere una presenza sempre più costante nei vari paesi di riferimento”.

“Tuttavia – conclude – la forza della denominazione è anche nella sua distribuzione variegata: in particolare nel 2024 il Gallo Nero ha infatti registrato ottime performance anche in mercati minori, come Tailandia, Croazia ed Emirati Arabi Uniti (dati Maxidata)”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi altri articoli...