Con un tesoro archeologico costituito da 300 reperti, oggetti di uso quotidiano e agricolo, rinvenuti in vari siti del territorio comunale di Greve in Chianti, il patrimonio storico artistico del Museo di San Francesco si arricchisce di un nuovo tassello che ricostruisce la storia delle origini dell’intera area del Chianti.

Negli spazi espositivi del Museo ha aperto i battenti la sezione archeologica che accoglie una ricchissima collezione che attesta la presenza delle antiche civiltà nel territorio. Un percorso a ritroso dall’epoca più recente a quella più datata.

L’iter espositivo segue infatti la stratificazione del passato come gli orizzonti temporali che affiorano da uno scavo archeologico.

La vita del territorio di Greve in Chianti è legata alla presenza di siti fortificati d’altura durante il Medioevo e di diverse tappe dell’insediamento fra tarda antichità, età imperiale romana e periodo etrusco.

La sezione archeologica inaugurata dal sindaco Paolo Sottani, dall’assessore alla cultura Giulio Saturnini, dal geologo Andrea Garuglieri, nonché volontario, nasce dal lavoro, dall’impegno e dalla passione dell’associazione Gruppo San Michele-Gev Chianti Odv che dal 1992 si dedica allo studio del territorio sotto la direzione della Soprintendenza archeologica della Toscana.

Il museo rivela la presenza di oggetti tra cui vasellame, ciotole, stoviglie, boccali, brocche, ornamenti, gioielli, monete e alcune parti di armi, utilizzati per cucinare, alimentarsi, prendersi cura, abbellirsi, coltivare, difendersi.

Tra gli altri anche l’intera serie di sonagli di un cembalo di epoca medievale che evidenzia la vitalità di una comunità che scandiva le sue giornate a suon di musica.

Il pezzo più antico risale al 300 A.C ed è un oggetto ceramico ad impasto.

I luoghi in cui si sono alternate le campagne di scavo sono Castellaccio di Lucolena, Poggio della Noe, Casa grande di Monte Moggino, Pieve di Cintoia alta, Castello di Panzano, fornace romana di Montefioralle.

“Il lavoro di ricerca condotto in maniera encomiabile dai volontari del gruppo San Michele – Gev Chianti – commenta soddisfatto il sindaco Sottani – parte da lontano: negli anni ha fatto emergere, con numerosi interventi di archeologia leggera, l’individuazione della viabilità antica e dei siti dove poi sono stati condotti i saggi e gli scavi”.

“Un’opera dunque  – riprende – di importanza centrale per la conoscenza delle evidenze archeologiche presenti nel nostro territorio i cui risultati sono confluiti nella Carta del potenziale archeologico dell’attuale Piano Strutturale comunale”.

“La storia di questo museo è anche la storia del nostro territorio – commenta l’assessore Saturnini – un traguardo raggiunto grazie alla dedizione e alla costanza dei volontari, una tappa significativa del percorso di crescita del museo che arricchisce ed amplia l’offerta culturale”.

“Crediamo e investiamo nell’arte e in tutte le sue manifestazioni come opportunità formativa, educativa e culturale – continua Saturnini – Il nostro museo con la sua terrazza è uno spazio aperto e fruibile che vive in tutti i periodi dell’anno soprattutto in quello estivo, caratterizzato da un programma di eventi di qualità tra mostre, esposizioni e installazioni temporanee, rassegne teatrali, proiezioni cinematografiche che anche quest’anno hanno registrato un alto gradimento da parte del pubblico ed un bilancio che ha superato ogni nostra più rosea aspettativa con la partecipazione di centinaia di visitatori e spettatori”.

 

L’inaugurazione ha offerto l’occasione per celebrare i 30 anni di attività volontaria del Gruppo San Michele-Gev Chianti Odv e ricordare tutti coloro che hanno reso possibile gli importanti interventi di ricerca, le campagne di scavo e gli obiettivi raggiunti.

Il gruppo, composto da una settantina di volontari, ha collaborato nel periodo 1992-2023 con i funzionari archeologici SAT Carlotta Cianferoni, Anna Rastrelli, Lorella Alderighi, Pierluigi Giroldini.

Le azioni di scavo, realizzate tra il 2000 e 2016, sono state seguite dagli archeologi Damiano Romei, Marta Caroscio, Giulio Bigliardi.

I restauri dei reperti sono stati effettuati dalla Scuola di Restauro La Cantoria, Paola Morelli-Marletta e Patrizia Sanfilippo.

Il progetto scientifico ed espositivo per le attuali sale della nuova sezione è stato curato dall’archeologa Marta Caroscio, dall’architetta Valentina Samori e dall’archeologo Paolo Medici, presente al taglio del nastro.

L’attività di ricerca è stata finanziata negli anni dal Comune di Greve e dal Gruppo San Michele.

Quanto al nuovo allestimento, hanno contribuito anche la Regione Toscana, il Sistema museale Chianti Valdarno e Villa Vignamaggio.

Un particolare ringraziamento è stato espresso dal sindaco Sottani e dall’assessore alla cultura Saturnini ai fondatori della sezione storico-archeologica dell’associazione Gruppo San Michele-Gev Chianti Odv tra cui Attilio Tatini, Andrea Garuglieri, Roberto Montagnani.

Della sezione storico-archeologica fanno parte attivamente Attilio Tatini, Andrea Gigliotti, Mario Angeleri, Giorgio Verniani, Andrea Garuglieri.

Ad arricchire l’esperienza del gruppo di volontari anche Alessio Salvini proveniente da Bagno a Ripoli e Mauro Martini di Figline Valdarno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi altri articoli...