Da sabato 9 settembre fino al 31 dicembre, Castello di Albola (Radda in Chianti) ospiterà l’esposizione “Dialoghi Paralleli”.

Un percorso culturale, tra arte e tecnica, pittura e vino, che darà la possibilità ai visitatori di scoprire, all’interno della tenuta, le opere di due artisti particolarmente vicini a questo luogo: Fabio Calvetti & Armando Xhomo.

Il concetto dei “Dialoghi Paralleli” esprime una profonda chiave di interpretazione della contemporaneità.

Sono “Dialoghi Paralleli” tutte quelle conversazioni, diverse tra loro, che nel loro percorso si susseguono senza mai perdere la propria unicità; tutti quei confronti che grazie alla propria vicinanza si arricchiscono ma non disperdono la voce del proprio interlocutore.

La prossimità continua data dal parallelismo, qualunque esso sia, è simbolo di rispetto, reciprocità ed apertura. La mancanza di intersezione, tipica dei parallelismi, ha un forte significato simbolico: non è mancanza di incontro ma confronto costante lungo tutto il cammino.

E’ infatti proprio con questo spirito che l’esposizione è stata progettata a Castello di Albola: la tenuta non solo ospita un dialogo artistico, quello di Fabio Calvetti & Armando Xhomo, ma lo accoglie, se ne prende cura e lo arricchisce attraverso la propria identità.

Qui, le opere che sono state create dai due artisti non raccontano solo sé stesse e la loro visione, ma contribuiscono ad arricchire l’esperienza estetica del visitatore all’interno del luogo che le accoglie.

Non sono semplici oggetti nei quali ci si imbatte, elementi che generano curiosità in virtù del loro “essere inaspettati” all’interno del luogo, bensì veicoli che invitano ad andare oltre: scoprire il luogo e la cultura che custodisce con occhi diversi.

Sempre il tema “Dialoghi Paralleli” esprime il rapporto colloquiale tra le opere di Fabio Calvetti & Armando Xhomo: amici di Castello di Albola che hanno esposto le proprie opere in diversi musei del mondo e partecipato ad esposizioni internazionali.

Castello di Albola

All’interno del percorso espositivo, le opere offrono al visitatore diverse visioni di mondi, significati e soggetti: espressioni differenti di due diverse menti creative che si incontrano, trovano ognuna il proprio spazio specifico, e non si scontrano ma si arricchiscono nella reciprocità espositiva.

Mentre Calvetti, infatti, si concentra sulla dimensione soggettiva ed interiore della pittura, con un linguaggio dai toni intimisti, meditativi, talvolta anche melanconici, e una tavolozza che alterna tinte scure e terragne a bianchi lattiginosi e rossi vermigli, Xhomo, al contrario, manifesta un’attitudine creativa più “energica”, vitalistica, vocata all’impeto del gesto pittorico, con un ribollire di colori a colmare lo spazio della rappresentazione e un continuo fluire di visioni che spaziano dall’umano al ferino.

 

Fabio Calvetti

“La bellezza può essere una cosa semplice e in Toscana lo sappiamo bene. Alcuni luoghi, come il Castello di Albola, ne sono la testimonianza più evidente e non si tratta “solo” di genius loci ma di una filosofia e di un lavoro portati avanti a partire dalla civiltà etrusca per arrivare al Rinascimento e alla volontà odierna di conservarne equilibrio e misura.

Oltre a rappresentare un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere, Castello di Albola guarda all’arte come espressione della propria identità. Poter essere, qui, nei suoi prestigiosi spazi rappresenta per la mia arte un’esperienza unica”.

Armando Xhomo

“Il vino ha accompagnato l’arte e gli artisti dalla notte dei tempi. Troviamo dipinti nei quali si assapora il vino o si lavorano i vigneti dai tempi dei Romani e dei Greci ma anche nel tardo Rinascimento con il capolavoro “Bacco” di Caravaggio, nell’impressionismo delle opere di Cézanne così come nelle riflessioni di Salvador Dali.

Dalle poesie di Umar Khayyām, ai pensieri di Leopardi senza dimenticare i testi biblici dove il vino simboleggia l’allegria come elemento fondamentale della vita.

Ora, qui, come cornice c’è un borgo medievale, i cui poderi e filari affondano la tradizione nella cultura degli Etruschi, dei Romani ma anche nelle storie delle famiglie dell’Alto Medioevo come gli Acciaioli, i Pazzi ed i Ginori che giungono fino alla Famiglia Zonin.

Ecco: Tradizioni, Sentimenti, il Lavoro e l’Arte hanno trovato nel Castello D’Albola la loro casa”.

Castello di Albola

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