Cos’è il panino con il lampredotto? E’ tradizione, è cibo di strada. E’ nutrimento di corpo e anima (“comfort food” come va di moda dire oggi…).

E’ un qualcosa che sazia pancia e sensi. Che appaga. Che ci ricorda quanto sia semplice mangiare bene.

Anche in piedi. Anche per strada. Anche davanti a un baracchino, a un furgone (un “food truck” sempre per dirla come va di moda oggi…).

Con il freddo e con il caldo. Con la primavera che intiepisce l’aria o l’autunno che inizia a far pensare al freddo che verrà.

Il panino con il lampredotto di “Fatto in casa da Benedetta” è un… vilipendio a questo glorioso prodotto

Nelle scorse settimane aveva destato scalpore (e non in senso positivo) la “ricetta” (virgolette d’obbligo) del lampredotto da parte di Benedetta Rossi, una delle cuoche più seguite (con milioni di follower) in tv e sul web.

Avevamo dato conto sul nostro Gazzettino del Chianti (sopra trovate il link all’articolo) dello “scempio” (passateci il termine, ma non riusciamo a definirlo diversamente) perpetrato ai danni di un panino-icona. 

 

A Firenze, prima di tutto. Ma anche nel Chianti, dove lo si trova in tutti i mercati e nelle piazze.

Per rimettere un po’ le cose al loro posto, la chiesa al centro del villaggio come si dice in Francia, siamo andati da chi, nel nostro territorio, il lampredotto lo propone da decenni.

Andrea Mannini, al secolo “Mannino”, sancascianese doc.

Noi il panino con il lampredotto lo abbiamo mangiato da lui proprio oggi, giovedì 4 maggio, in piazza Vittorio Veneto a Mercatale.

Dove, come ogni giovedì, è presente al mercato settimanale (visto che c’eravamo ci siamo gustati anche una “Bomba”, non sapete di cosa si tratta? Leggete qui).

 

In zona lo trovate anche il lunedì, al mercato di San Casciano. O, sempre a San Casciano, il venerdì sera nei giardini di piazza della Repubblica (il “Piazzone”).

Eccola, nel video che vedete sopra, la “ricetta” di “Mannino”: 49 secondi, non uno in più.

Perché il panino con il lampredotto è, semplicemente, questo: prima una cottura di ore in un brodo aromatizzato da “odori” (sedano, carota, cipolla) e pomodoro.

Poi, rapidissimi gesti, con il forchettone che toglie gala (scura, la parte più magra) e spannocchia (chiara, più grassa e saporita) dal pentolone.

L’inconfondibile rumore del coltello che taglia sul vassoio (alternativa, direttamente sul panino).

Poi via di sale, pepe, salsa verde e un po’ di piccante. Si bagna la parte sopra del panino nel brodo (imperativo!) e poi si gusta.

Se il pane è fresco, buono, croccante, il contrasto fra il morbido del lampredotto, della parte bagnata del pane, con quella croccante, è puro paradiso.

Cara Benedetta Rossi sei ospite nostra. Quando vuoi… .

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