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Non fatevi ingannare dal nome. Non chiamate un ristorante di Milano per chiedergli di dirvi come si prepara la “Zuppa Lombarda”.

La nascita di questa semplicissima minestra è avvenuta in terra Toscana.

Si chiamava la “Zuppa dei Lombardi” molto probabilmente perché la preparavano i minatori, quasi tutti originari della Lombardia, che alla fine del 1800 costruivano la linea ferroviaria faentina. Una minestra che dava calore e forza.

C’è invece chi dice che nasca sempre in terra Toscana, ma più spostata verso la Versilia, dove molti lavoratori (anche in questo caso di prevalenza lombarda) erano impegnati nella bonifica. Insomma, origini o non origini, oggi ci rimane una… scodella fumante che aspetta solo noi.

Gli ingredienti. Pochissimi e semplicissimi: ma come sempre accade in questi casi, devono essere di altissima qualità, altrimenti tutto va a farsi benedire.

Allora: pane toscano raffermo, sale, pepe macinato fresco, olio extravergine d’oliva (in questo periodo ci sentiamo di suggerirvi caldamente quello di nuova frangitura), fagioli cannellini, una foglia di salvia, uno spicchio d’aglio.

Una volta cotti i fagioli con la foglia di salvia e uno spicchio d’aglio (messi a mollo la sera prima, cotti la mattina dopo), si prende una bella scodella.

Si mettono sul fondo due fette di pane (è accettata anche la “variante” con pane abbrustolito), chi vuole può sfregarci sopra un po’ di aglio.

Ci si mette una “C” di olio. Sopra si versano due-tre copiosi romaioli di fagioli cannellini con il loro brodo.

Infine, una macinata di pepe nero e un’altra “C” di olio. Godetevela!

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