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Nel Chianti il mare non c’è ma il tragico flusso della pandemia che negli ultimi due anni ha travolto indistintamente e ad ogni latitudine ha fatto sentire tutti come “ombrelloni” piegati dal vento, in balia delle onde più incerte e perigliose.

Vincenzo Greco utilizza la chiave surrealista per raccontare e interpretare in pittura la sua visione di condizione umana colpita, devastata dall’emergenza sanitaria ma anche orientata alla speranza, capace di mostrare resilienza e uscire dal tunnel che ha segnato profondamente il vissuto e l’esperienza della comunità mondiale.

La metafora che restituisce artisticamente il suo pensiero, investito di verità, poesia e tratto immaginifico, caratterizza la mostra “Vivere da Ombrelloni” che il Museo Giuliano Ghelli di San Casciano, contenitore di arte in costante dialogo tra antico e contemporaneo, ospita fino al 26 giugno.

Una personale dedicata all’artista e architetto livornese, in uno spazio espositivo prestigioso del Chianti fiorentino, circondato e avvolto dai capolavori di grandi maestri dei linguaggi contemporanei come Mario Merz, Mauro Staccioli, Perino e Vele.

 

Vincenzo Greco, architetto e artista livornese, propone una serie di opere incentrate sul tema della pandemia.

In trenta opere Greco raffigura l’uomo-ombrello, soggetto alle condizioni atmosferiche più avverse, e racconta le diverse fasi che connotano la pandemia, fissando su tela le emozioni, le paure, le angosce fino alla graduale speranza di far fronte e superare le difficoltà scaturite dall’emergenza sanitaria e il ritorno alla sospirata normalità.

Vincenzo Greco, artista e architetto, attraverso la sua pittura ha cercato di indagare la miscela di sensazioni contrastanti.

Orario di apertura della mostra da giovedì a domenica ore 10-13, 16-19. Ingresso libero.

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