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Sotto la cenere covava da tempo un’insofferenza profonda, che mette le sue radici nei decenni passati: quello fra Chianti Classico e Chianti, e rispettivi Consorzi, è un rapporto al massimo di sopportazione.

In particolare del primo nei confronti del secondo: troppa la confusione sui mercati, troppa la difficoltà nello spiegare la differenza fra le denominazioni.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata però venerdì 8 novembre, quando l’assemblea dei soci del Consorzio Chianti ha approvato la proposta di modifica al disciplinare di produzione. Approvando, fra le altre cose, la nascita del Chianti Gran Selezione.

Apriti cielo: il Chianti Classico, che dal 2014 ha lanciato la Gran Selezione come top della sua “piramide qualitativa” (annata, Riserva e, appunto, Gran Selezione), e che nel 2016 aveva visto proprio il termine Gran Selezione entrare a far parte di una legge dello Stato sulla riorganizzazione del mondo-vino, si ritrova adesso sul mercato un Chianti Gran Selezione.

“Faremo netta opposizione alla proposta di Chianti Gran Selezione in tutte le sedi istituzionali – sono state le parole del presidente del Consorzio Vino Chianti Classico Giovanni Manetti – Abbiamo subito un attacco frontale, che rischia di mettere a repentaglio il percorso di collaborazione da tempo avviato dal comparto viticolo toscano, fortemente sostenuto ed incentivato anche dalla Regione, che ci ha visti fino ad oggi protagonisti partecipi e attivi”.

“L’iter di approvazione del nuovo disciplinare durerà circa due anni – aveva a sua volta spiegato il direttore del Consorzio Vino Chianti Marco Alessandro Bani – ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva: per questo motivo, chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione e immettere le prime bottiglie sul mercato nell’arco di tre anni. La Gran Selezione offrirà il massimo della qualità e sarà un prodotto di nicchia”.

Ma il Gallo Nero promette battaglia. Durissima: “La scelta del Consorzio Vino Chianti relativa all’annunciato progetto di modifiche al disciplinare di produzione, ci trova nettamente contrari ma soprattutto increduli perché volto ad una strategia di gestione a nostro parere non costruttiva e assolutamente priva di idee innovative ed originali di cui invece c’è sempre grande necessità. Preme ricordare che la Gran Selezione, presente sul mercato dal 2014, è unicamente una tipologia di Chianti Classico, ideata dal lavoro esclusivo del Consorzio Vino Chianti Classico”.

“Siamo profondamente rammaricati – concludono dal Consorzio del Gallo Nero – che le scelte proposte del Consorzio Chianti siano tutte rivolte soltanto a riproporre strategie di valorizzazione già messe in campo dal vino Chianti Classico: la Gran Selezione, peraltro con caratteristiche identiche a quelle della Gran Selezione Chianti Classico, come il grado alcolico, i tempi di invecchiamento e il divieto di uso del fiasco, e la certificazione obbligatoria per le transazioni di sfuso. Quanto basta per generare messaggi confusori verso il consumatore e privare i produttori di vino Chianti di prospettive chiare e a lungo termine”.

Matteo Pucci

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