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Ultimo capitolo nel nostro “viaggio” fra gli addetti ai lavori del mondo dell’olio extravergine d’oliva, ai quali abbiamo sottoposto i risultati del sondaggio fra i nostri lettori, che (su circa 350) al 66% hanno detto di preferire l’olio non filtrato.

Una delle voci più autorevoli, in Toscana ma anche nel nostro Paese, è sicuramente quella di Fiammetta Nizzi Grifi, agronomo e responsabile tecnico del Consorzio dell’Olio Dop Chianti Classico.

“Il sondaggio – inizia la sua riflessione Nizzi Grifi – ha messo in evidenza che ancora è necessario lavorare nell’informazione e nella comunicazione. Il mondo del vino ha insegnato a molti consumatori a riconoscere un prodotto buono da un prodotto cattivo, e continua ancora a lavorare per far meglio conoscere le differenze tra i prodotti di qualità”.

Dop Chianti Classico. Da sinistra Nicola Menditto, Fiammetta Nizzi Grifi, Gionni Pruneti, Francesco Colpizzi

“Il mondo dell’olio – prosegue – ha iniziato ad affrontare con molto ritardo rispetto al vino questi aspetti culturali per cui l’esito del sondaggio ci informa indirettamente che il lavoro da fare e ancora tanto. Non mi meraviglia l’esito registrato. Se i consumatori non hanno avuto la possibilità di assaggiare contemporaneamente un olio filtrato ed un olio non filtrato, ottenuto dalle stesse olive e degustato dopo almeno sei mesi di vita, è normale che risponda così”.

“D’altra parte – conclude – è anche vero che nell’ultimo decennio tanto è cambiato come per esempio è diminuito in Italia l’uso delle bottiglie in vetro trasparente, siamo passati dalle dame di vetro alle lattine e addirittura stanno prendendo piede i bag in box, come contenitori di trasporto dell’olio. Ogni forma di cambiamento culturale è sempre lento e nell’olio lo è in modo particolare anche perché, le voci di coloro che si impegnano per comunicare le nuove conoscenze sono tante, tutte molto importanti ma purtroppo non organizzate in un coro”.

Matteo Pucci

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