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“La situazione è buona. Abbiamo una produzione in parte danneggiata dal freddo ma abbiamo avuto una forte allegagione del Moraiolo. Quindi, probabilmente, si pensa di poter avere più olio rispetto alle aspettative“.

E’ con Fiammetta Nizzi Grifi, agronomo e responsabile tecnico del Consorzio dell’Olio Dop Chianti Classico, che facciamo un primo punto sull’annata olearia della “nostra” Dop. Che sta riscuotendo anche maggiore interesse da parte dei produttori.

“Le aziende – rimarca Nizzi Grifi – si stanno muovendo con decisione verso la certificazione della Dop, per cui quest’ano abbiamo avuto aumento delle iscrizioni e richieste di imbottigliamento. Questo perché, ad esempio, hanno richieste maggiori sul Dop che sul 100% italiano. E’ una percezione che ho oggi e che spero di riconfermare a sei mesi. E’ un buon segnale, anche se non so se nasce da una crescita di educazione del consumatore o da una reazione agli scandali nel mondo dell’olio. Per cui si vanno a cercare oli sicuri e certificati”.

“La campagna è molto difficile – prosegue – a tratti paradossale. Perché? A fronte di una quantità interessante di olive a pianta, l’inizio della campagna ci dice che c’è una maturità della pasta, dovuta alla siccità estiva, che non ci aspettavamo. I sapori sono più armonici, non abbiamo grosse punte di amaro e di piccante, insomma le disarmonie tipiche degli oli di ottobre. Escono già delle belle cose, eleganti, non aggressive”.

“Vediamo se questo cambia – rimarca – Se è così vuol dire che l’oliva è matura e la campagna, purtroppo, sarà più corta: lo potrò dire con certezza fra una settimana, quando iniziamo a raccogliere il Moraiolo. Se allora non faremo un olio amaro, intenso e prevaricante rispetto al piccante, e viene fuori un olio di “pronta beva”, allora ho ragione”.

Poi conclude dandoci una notizia molto interessante sulle monocultivar: “Aumentano. Abbiamo fatto domanda a Regione e Ministero di mettere il Leccio del Corno fra le cinque principali che costisuicono il nostro olio. Richiesta approvata e in pubblicazione. Il prossimo anno si potrà quindi avere una Dop Chianti Classico anche come monocultivar Leccio del Corno, insieme alle altre quattro tradizionali: Leccino, Frantoio, Correggiolo e Moraiolo“.

Matteo Pucci

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