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Cresce nel carrello della spesa dei consumatori l’acquisto di miele del 5,1% sul valore degli acquisti nel 2017, spinto dalla svolta salutistica nei comportamenti alimentari degli italiani.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ismea divulgata in occasione della Giornata Mondiale delle Api, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU), per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto tanto che Albert Einstein sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

Nelle campagne toscane si producono mediamente 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di 16 milioni di euro.

Gli apicoltori nella nostra regione sono circa 4.700 e sebbene sia un settore dove è sviluppato l’hobbismo, una buona parte di questi sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 98.000 arnie.

“In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita in genere circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao”.

Esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.

Quest’anno occorre fare particolare attenzione negli acquisti poiché secondo la Coldiretti gli sbalzi termici con l’improvviso ritorno della pioggia e del freddo hanno stressato le api che sono restate negli alveari e hanno dimezzato la produzione di miele di inizio stagione.

Gli effetti di questa strana primavera aggravano il già pesante deficit registrato nel 2017 quando la produzione di miele Made in Italy è risultata pari a circa 10 milioni di chili, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna.

Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli Paesi: Ungheria con oltre 8 milioni e mezzo di chili e la Cina con quasi 3 milioni di chili, Paesi ai vertici per l’insicurezza alimentare.

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