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Ormai i Vignaioli di Radda, che per il secondo anno consecutivo hanno organizzato la loro degustazione per gli “addetti ai lavori” il venerdì prima della due giorni di Radda nel Bicchiere (26 e 27 maggio), hanno il vento in poppa.

Così come altre associazioni di produttori nei territori del Chianti Classico, che però in molti casi hanno alle spalle anni e anni di esperienza, sono riusciti a fare squadra, presentandosi uniti e rappresentativi della produzione del Gallo Nero raddese. Il tutto in soli… due anni.

A Casa Chianti Classico hanno fatto il punto della situazione, prima di presentare un interessante studio sulla comparazione fra Sangiovese raddese e Sangiovese californiano, effettuato dalla dottoressa Valentina Canuti.

Ad aprire l’ora e mezzo di conversazione pre-degustazioni il direttore del Consorzio Vino Chianti Classico, Carlotta Gori: “Rinnovo l’impegno del Consorzio – ha tenuto a dire – di tutta la nostra struttura operativa, a partecipare a quelle che sono le attività delle associazioni fra viticoltori che si sono create sul territorio”.

“Che devono rappresentare un valore aggiunto – ha concluso Gori – e lo saranno sempre di più se troveremo un’espressione comune. Ogni associazione parli della “sua” parte di territorio, all’interno della rappresentanza collettiva del Consorzio. Vi osserviamo… prendendo spunti di riflessione”.

“Confermo una volta in più – ha fatto eco il sindaco di Radda in Chianti, Pier Paolo Mugnaini – l’impegno dell’amministrazione comunale nel supportarvi. Il nostro impegno va nella definizione del Distretto Rurale del Chianti. Le “perturbazioni” che ci sono state sono normali quando si guarda al futuro: se ci limitiamo limitiamo il futuro”.

“Il Distretto – ha promesso il sindaco – ci permetterà di portare la nostra voce direttamente in sedi che non abbiamo mai potuto frequentare. Guardiamo al futuro, affermando sempre di più il lavoro e il prodotto del Chianti. In questa partita ci stiamo, sempre meglio e sempre più forti”.

Per i Vignaioli di Radda ha parlato Roberto Bianchi: “Siamo contenti che il dibattito sulle zone e sotto zone del nostro territorio sia ben avviato. E siamo contenti che la specialità del particolare sia arricchimento per il generale”.

“Quello dei Vignaioli di Radda – ha rimarcato – è un progetto inclusivo, che mette tutti sullo stesso piano. Per affrontare le sfide del futuro vanno messe insieme forze, idee ed esperienze”.

“Ci unisce – ha concluso – la convinzione che la nostra agricoltura debba essere sempre più sostenibile. Ci motiva la consapevolezza che il vero presidio del territorio non siano le norme e la burocrazia, ma è l’esperienza quotidiana dei vignaioli, degli agricoltori”.

Matteo Pucci

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