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“Per rendere onore al passato, tenere alto il nostro nome e competere nel mondo occorre costruire un futuro di sviluppo”.

Nel grande libro della storia e dei campanili, nato e cresciuto nella Toscana dai mille borghi, una svolta è possibile. Sono i sette sindaci del Chianti che provano a riscrivere una pagina della vita plurisecolare del territorio con la forza dell’innovazione, l’identità del patrimonio culturale e la gestione integrata.

L’idea del modello Chianti, come unicum, avanza e si rafforza nella strategia di promozione e valorizzazione, elaborata e condivisa dai comuni di Barberino Val d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Greve in Chianti, Radda in Chianti, San Casciano, Tavarnelle.

Tante le azioni, i progetti e gli interventi tesi a mettere a segno l’obiettivo di dare voce e peso al Chianti attraverso la costruzione del Distretto Rurale.

E’ questa la carta su cui le amministrazioni comunali, in maniera coordinata, investono il loro percorso di rilancio turistico-culturale e crescita economica del territorio.

Due aree vaste ed eterogenee della Toscana, storicamente divise, dopo tre secoli, ritrovano spazi, opportunità e congiunture favorevoli.

La storia, l’arte, le risorse produttive ed enogastronomiche creano le affinità e i punti di intersezione di un inedito lavoro di rete che, recentemente in occasione di un incontro che si è tenuto a Tavarnelle, è stato salutato favorevolmente anche dal Ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina.

Il Ministro ha assicurato appoggio e sostegno allo strumento di gestione del territorio e dello sviluppo dell’imprendoria agricola intrapreso dai Comuni.

“E’ l’obiettivo verso il quale far confluire le nostre energie – aggiungono i sindaci – mettendo in gioco e in rete radici, idee, risorse di ciascuna comunità. Al nostro territorio non manca alcun requisito per compiere un salto di qualità decisivo e determinante per il futuro del Chianti: abbiamo la qualità delle produzioni, la storia, il paesaggio l’agricoltura di alto livello, la capacità di renderci competitivi e attraenti sul mercato internazionale”.

Un percorso puntuale che i Comuni stanno portando avanti con azioni concrete. Sono diversi gli atti prodotti fino a questo momento per la costruzione del Distretto Rurale.

“In occasione dei 300 anni del Chianti Classico abbiamo sottoscritto il protocollo di intesa per l’istituzione del distretto rurale e il Biodistretto del Chianti e abbiamo presentato la candidatura a patrimonio dell’Umanità – spiegano i sindaci – la visione omogenea che trae la propria forza dalle singole specificità dei territori prosegue con un accordo sulla promozione territoriale”.

Il passo successivo, finalizzato al Distretto Rurale, è il coinvolgimento di tutte le categorie produttive, associative, economiche.

“Continuiamo a lavorare insieme – proseguono – per promuovere come unico brand il Chianti e costruire davvero quel modello capace di attrarre risorse e finanziamenti per rendere il territorio più competitivo”.

In questo programma di azioni si inserisce anche la richiesta recentemente inoltrata alla Regione Toscana per la realizzazione di un marchio di promozione territoriale unitaria.

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