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Percorrendo via di Campoli da Mercatale, poco prima di arrivare alla frazione delle Quattro Strade si trova addossato al muro, un bel tabernacolo a pilastrino, dove all’interno si trova una terracotta policroma.

Qui fino circa gli anni ’70 le donne in dolce attesa venivano a prendere l’acqua da un piccolo pozzo posto sotto il tabernacolo.

Il motivo? Si dice che le donne bevendo quell’acqua avrebbero avuto abbondanza di latte per il nascituro. L’immagine che si trova all’interno  del tabernacolo è Sant’Agata martirizzata verso la metà del III secolo.

La tradizione vuole che dopo avere subito diverse torture, le furono strappati i seni con delle tenaglie e poi rinchiusa in carcere. Alla mezzanotte del terzo giorno le apparve l’apostolo Pietro accompagnato da un bambino portalanterna, che le risana i seni amputati. Per questo la località dove si trova il tabernacolo è chiamata Sant’Agata.

Le donne arrivavano in questo luogo per bere l’acqua che sorgeva dal pozzo sottostante l’immagine.

Naturalmente oggi tutto questo non avviene più così quest’antica tradizione è andata perduta  e il tutto rimane nei ricordi delle persone più anziane.

Il problema è che nessuno accudisce più il tabernacolo con la conseguenza che possiamo notare, la protezione in rete è caduta dopo il distacco di parte della pietra.

Così come la cornice di legno che racchiude il vetro è precaria. Per non parlare poi di coloro che si sono appropriati degli ex voto che erano attaccati intorno all’immagine, cuffiette, cappellini, calzini, ma anche oggetti in argento.

L’ultima custode di questo luogo è stata la signora Anna, “Annetta” per gli abitanti delle Quattro Strade, che abitava nella casa poco distante. Ora il tabernacolo è in serio pericolo così lanciamo un appello affinché qualcuno riseca a salvare l’edicola di Sant’Agata.

Antonio Taddei

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