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“Le Ciricotte” è la proposta (vincente) di Veronica Cei in alternativa all’omologazione del tessile e dei gusti. E’ un’attività del passato, radicata nel nostro territorio, che lei riesce a rendere moderna. Adattandola al nostro tempo, presente e futuro.

Questo nome di fantasia, stravagante ma carino, nasce da due spunti. “Cotte” si riferisce alla lana cotta. Mentre “Ciri” richiama Cirillo, negoziante storico di San Casciano. Un elettricista che era un mito: se gli portavi un oggetto da riaccomodare, non sapevi mai cosa poteva renderti.

Così Veronica, quarantadue anni, sancascianese, ha recuperato uno strumento bellissimo: il telaio manuale. Per, partendo da un filo, arrivare ad un capo unico: sciarpe, stole, coperte, cappelli, scaldamuscoli, fasce, colli, cappucci, manicotti, e chi più ne ha più ne metta.

Tinge i filati, tutti pregiati, con piante della zona: dalla margherita viene il giallo, l’indaco dà il celeste e la radice di robbia il rosso. Mentre i bottoni sono fatti con il legno d’ulivo, intagliato e colorato. Ed il risultato è di una morbidezza e di una ricercatezza strepitose.

“La passione per la lana ce l’ho da sempre – a parlare è Veronica – Quando ero piccola, dalla nonna giocavo con i gomitoli. Finché, alla vista di una tessitrice, intorno ai venticinque anni non si è riaccesa. Da lì, studiando e imparando con la pratica, ne ho fatto la mia professione”.

“Sempre pronta a progettare cose nuove sia con il telaio che con ferri e uncinetto – racconta – mi piacerebbe educare le persone a costruirsi ciò che desiderano. Adoro il contatto con la gente e la libertà che mi lascia il mio lavoro”.

“Oltre a servire dei rappresentanti – prosegue – su appuntamento vendo nel laboratorio (in via Borromeo, 160). E nella bella stagione apro un temporary shop, per uno o due mesi, nei paesi della zona, ridando vita a fondi sfitti. In più tengo dei corsi individuali e di gruppo”.

“Vasto il target – dice ancora – cambia in base ai toni. Si va dai bambini alle signore e anche ai signori di una certa età. Per passare attraverso i ragazzi, dato che il mio stile è underground e la lana sta tornando di moda. Particolarmente affascinati rimangono i turisti”.

“La tessitura è un’arte antica – conclude Veronica – e meditativa, di quelle che fanno bene:  il movimento, essendo lo stesso, permette di spaziare con la mente. Rivalorizza il saper fare e stimola la creatività”.

Noemi Bartalesi

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