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Adesso è in Giappone, dove fra kimono, sake e luci a tutte le ore del giorno e della notte, esporta la “ciccia” chiantigiana nel Sol Levante.

Lui è Riccardo Ricci, una delle colonne portanti della Macelleria Cecchini di Panzano in Chianti, che insieme a Dario (o da solo) gira il mondo per tornare però, sempre, nel borgo chiantigiano. Anche perché dal 2017 ci sarà una grandissima novità… . Ma andiamo per ordine.

Riccardo Ricci, dal “mondo Cecchini” di Panzano in Chianti al mondo… globale. Prima però raccontaci chi sei e come sei arrivato a Panzano.

“Sono un semplice ragazzo imprunetino, con una bellissima famiglia alle spalle: dalla mamma, al babbo, a mia sorella ma anche a partire dai miei nonni materni, coltivatori e produttori nell’azienda dove hanno lavorato tutta la vita, un’azienda di vino e di olio eccezionale. Dalla parte del babbo il nonno è stato il vigile urbano del nostro paese subito dopo la guerra, gli imprunetini più “maturi” sicuramente si ricordano di lui: sequestrava i palloni ai ragazzini che giocavano sotto i chiostri della chiesa. Oltre alla mia famiglia ho sempre avuto una grande passione per la cucina che grazie a questo lavoro è salita fino alle stelle. Le mie prime esperienze sono state nel frantoio del nonno, poi come fabbro e riparatore di computer (altra mia grande passione). Ho lavorato al Mercato Centrale di Firenze in un negozio di gran selezione di formaggi salumi e vini, è stato lì che ho conosciuto la macelleria grazie al mio amico Leonardo Tirinnanzi. Mi disse che Dario cercava un garzone di bottega, avevo sentito parlare di lui in televisione e sulle riviste dopo il grande funerale della bistecca: quindi andai a provare da lui. Fu subito amore per me, ricordo ancora che chiesi a mia sorella il libro della Divina Commedia per cominciare a leggerlo perché Dario la recitava spesso sia in negozio che negli eventi che cominciavo a fare con lui. Ci fu un fatto eclatante che fece sì che Dario decidesse di tenermi, quando mi portò alla fiera dell’agricoltura a Verona, stand della Toscana. Eravamo tutti pronti: io, Dario e 200 persone davanti che aspettavano solamente che si affettassero le due splendide ariste in porchetta, fumanti davanti a loro. Dario iniziò a gran voce: “Benvenuti allo stand della Toscana!” e cominciò ad affettare la succulenta porchetta. Se non che dopo il secondo taglio, prendendo male le misure, oltre che l’arista prese anche il dito tagliandosi abbastanza profondamente. Tanto da smettere e scappare di corsa. E io mi ritrovai da solo, senza saper nemmeno tener un coltello in mano, davanti a 200 persone affamate! Appena ripreso il colore alle guance, perso per via di un mezzo svenimento nel vedere quello che era successo a Dario, mi misi a tagliare quel ben di Dio finendo tutto molto rapidamente e cercando di concludere l’evento al meglio! Tornai a casa con una mano indolenzita, ma anche con un contratto dal famoso Dario Cecchini. Così iniziò la mia avventura e adesso sono 15 anni che siamo insieme”.

Cosa stai facendo invece adesso? Sei in Giappone per…

“Nel percorso che ho fatto insieme alla macelleria e Dario ho conosciuto tantissime persone, alcune delle quali sono entrate profondamente nella mia vita. Per esempio quella che ormai è come una seconda famiglia per me: Yusuke e Mai, marito e moglie giapponesi, ristoratori a Tokyo dal 2011. Yusuke è stato uno dei primi stagisti che abbiamo avuto alla macelleria ed è entrato nel cuore di tutti, è grazie a lui che è nata in me questa grande passione per il popolo e il cibo giapponese. E’ rimasto con noi quasi un anno prima di tornare a Tokyo ed aprire il suo ristorante di cucina italiana, con l’ispirazione della  Macelleria Cecchini. Quindi sono già alcuni anni che collaboriamo insieme per eventi in Giappone ed è da quest’ultimo viaggio che è nata l’idea di fare un’esperienza con lui al suo ristorante, con la promessa di fare alcuni scambi culinari! il prossimo 12 novembre faremo una serata per festeggiare il mio lavoro con loro e il menù sarà ideato da me con ricette della macelleria, della mia famiglia e della mia amata Impruneta: per questo non può mancare il nostro famosissimo Peposo all’Imprunetina, del quale voglio raccontare la storia e le origini a tutti gli ospiti. Che dire… sentirsi a casa per una sera non farà male”.

Del resto lavorare nel mondo per te non è certo un problema: quali le esperienze fatte con Dario? Hai ricordi particolari? Aneddoti?

“Fortunatamente con Dario e la Macelleria ho l’opportunità di viaggiare moltissimo. Già questo 2016 è stato fantastico: sono stato a far conoscere la Toscana e il nostro lavoro a Miami, Chicago, New York, San Paolo, Hong Kong, Tokyo, Londra e tante altre città d’Europa. Sono state tutte esperienze bellissime, cene e lezioni di carne a volte molto faticose, ma si torna a casa sempre felici e con qualcosa in più nel proprio bagaglio personale. Vedere gli altri popoli, come si comportano, le loro tradizioni e i loro modi di approcciarsi alla vita… sono cose che possono solo farti rispettare più il mondo dove vivi: ogni cultura è bellissima e va rispettata. Uno dei miei più bei ricordi è stato nel 2010 quando andato da solo a San Francisco a fare due giorni di lezioni sul maiale “alla maniera toscana” in una macelleria molto nota. Le persone potevano vedermi disossare e poi preparare le ricette e potevano assaggiare il tutto. Era la prima volta che andavo da solo ad insegnare quello che avevo imparato nel mio lavoro ed ero agitatissimo, ma alla fine è andato tutto benissimo. Tornai a casa soddisfatto e felice di aver insegnato qualcosa. Tutt’ora gli studenti che erano presenti vengono a trovarci in macelleria! L’aneddoto che voglio raccontare è stato quando è venuto a cena in macelleria con la moglie Henry Winkler, l’attore che interpretava Fonzie su “Happy Days”. All’inizio della serata nessuno o quasi si era accorto di lui, poi iniziarono a mormorare e indicare. Noi siamo sempre molto discreti quando capitano dei personaggi perché vogliamo farli sentire a casa. Comunque ad un certo punto ormai tutti avevano capito chi era, allora lui si alzò e fece un brindisi a tutti i presenti in sala, i quali partirono subito a cantare la sigla di “Happy Days”. Da lì è partita la festa ed è stata una serata fantastica! Lui era il primo a cantare… memorabile!”.

Il prossimo passo invece dove sarà…?

“La mia prossima tappa di questa esperienza invernale sarà alle fantastiche Hawaii, a Honolulu. Anche lì ho un altro amico fraterno: Scott, un ragazzo hawaiano con la passione per la carne, ex stagista pure lui. Insieme faremo un evento in un ristorante italiano, il Lupino a Waikiki, lì mi aspetta il grande chef Donato e insieme faremo questa fantastica serata a base di maiale all’insegna della Toscana”.

Alla fine però tornerai a Panzano, dove ti aspetta una grande avventura. Raccontacela.

“Sì certamente, a gennaio si torna a casa e s’incomincia una nuova apertura con la prossima apertura del nuovo progetto di Dario: “Cecchini Panini”, del quale, con grande onore, sarò il responsabile. Il locale si troverà sempre a Panzano ma nel suo centro storico o, come lo chiamano i panzanesi, “Panzano alto”, a due passi dalla chiesa. Il progetto consiste in preparare panini come quello con la bistecca, panini sfiziosi già a partire dal pane stesso che verrà sfornato proprio da noi diverse volte nell’arco della giornata, così da averlo sempre fresco e caldo. Ci saranno anche griglie speciali per cotture lente, il “Chianti Ramen” fatto con brodo di manzo, tagliolini freschi e salsa di bistecca per chi vuole una fantastica zuppa calda, e lì troveranno fissa dimora i nostri hamburger Dario Doc e Super Dario. Tutto sarà servito velocemente e la gente avrà il suo vassoio e potrà sedersi dove vuole all’interno del locale oppure prendersi un pranzo “take away” da mangiare su una delle panchine esterne con davanti uno dei nostri bellissimi panorami chiantigiani, con le sue splendide vigne e colline”.

Insomma… puoi ritenerti soddisfatto.

“Alla fine ringrazio con tutto il cuore Dario Cecchini che mi ha dato la possibilità di fare tutto questo nella mia vita. Far parte del suo lavoro è per me veramente una grande soddisfazione, ho un grande maestro e ne sono fiero! Grazie Dario. Ovviamente ringrazio anche la mia famiglia, che mi sopporta e mi supporta in tutti questi viaggi, vi voglio bene!”.

Matteo Pucci