Articolo disponibile anche in: Inglese

A molti chiantigiani togliere una giornata “brucare” le olive sarebbe come togliere il respiro. Magari sotto un bel cielo terso, pulito, possibilmente senza il vento di tramontana che ti sferza la faccia e ti sbatte negli occhi le foglie.

Ma andare nel campo a raccogliere le olive, sia per chi lo fa di mestiere sia per chi lo fa per i cento chili di consumo domestico, è sempre un qualcosa di unico, tradizionale e allo stesso tempo irripetibile.

L’odore è inconfondibile, anche quello delle olive che rimangono schiacciate per terra. E’ un misto fra terra e cielo, fra passato e presente.

E’ una magia che si ripete, quando arrivi al frantoio, e dopo un processo sempre più moderno e accurato per non inficiare le caratteristiche del prodotto, esce quel liquido verde inebriante.

Sul pane, sull’insalata, sui fagioli, con i finocchi, su un piatto di ribollita. Ognuno ha la sua preferenza, ma l’olio novo… è sinonimo di felicità. Buona raccolta delle olive a tutti!