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Il Chianti può essere una terra che costringe a fare i conti con se stessi, con le proprie capacità e aspirazioni. Per questo molti artisti si trasferiscono o vi transitano per ritrovare isolamento, ispirazione. Debora Antonello, artista veneta, ha fatto questa scelta.

Lei che si è formata alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, con un curriculum di mostre personali in Italia e all’estero sostanzioso e una collaborazione con Libera che dura dal 2010, ha trovato in questa terra la sua dimensione.

Da quanti anni frequenti il Chianti?

“Da 13 anni frequento l’Eremo delle Stinche, perché un amico carissimo, Giancarlo Bruni, un teologo, mi ha invitata. La prima volta son venuta per lavoro: dovevo preparare una mostra per un museo archeologico ed ho passato una settimana a cercare testi sull’acqua nella Bibbia. Ho continuato a tornare almeno due o tre volte all’anno sempre all’Eremo, un luogo liberatorio in cui persone di ogni religione possono confrontarsi senza tabù”.

E’ stato amore a prima vista?

“All’inizio non ho apprezzato il Chianti, lo trovavo durissimo, al contrario delle Crete e il resto della Toscana  che amo da sempre. Ora, anche grazie al mio amico che mi ha spronata a guardare questa terra con occhi diversi, sono riuscita a scoprirne la vera essenza”.

Ce la puoi svelare?

“Qui c’è una forza, una bellezza non scontata, ma molto più primordiale. E’ una terra spirituale che sa ispirarti se riesci a fermarti e metterti in ascolto”.

E il tuo legame con Montefioralle?

“E’ stato casuale, nato da un incontro fortunato. Negli ultimi due anni ho voluto provare un’esperienza di lavoro totale, prima a Panzano, poi la scorsa estate  in questo fienile isolato a pochi passi da Montefioralle. E’ qui che ho trovato la dimensione ideale, fatta di pietra, paese e storia. Una dimensione che rappresenta il mio modo di fare arte, il mio modo di essere”.

Che relazione hai creato con la gente del borgo?

“Qui a Montefioralle ho trovato una dimensione piacevole, più aperta e solare di altri luoghi. C’è una bella energia”.

Quanto di questo luogo è entrato nella tua arte?

“Il primo mese è stato un po’ scioccante, non mi capivo. Avevo scelto di lavorare all’esterno. Dopo quattro mesi ho realizzato che intorno a me, ovunque mi girassi, vedevo solo verde di tutti i tipi e pietra. Non disegno paesaggi, ma ho capito che la natura mi stava modificando intimamente. Lei è lì, esiste a prescindere da te ed è più forte. Ho fatto allora la scelta del “senza toccare”, percepire ciò che era intorno a me e dipingere lasciando che la carta fosse per terra, a contatto con la natura. La terra è fondamentale ed è presente in alcune delle mie opere realizzate in questi mesi”.

Tu continui a vivere fra Toscana, Veneto e Giappone. Dalla provincia all’Estremo Oriente. Qual è il filo rosso che unisce questi luoghi?

“Una dimensione intimista che mi appartiene. In più in Giappone c’è una grande comprensione per le mie opere”.

Dove è possibile conoscere la tua arte? Hai una mostra in programma nel Chianti?

“Per ora no, ma magari in futuro. Ho un mio sito www.deboraantonello.com e alcuni dei miei gioielli si trovano da VersoxVerso di Carlo Fagiani a Panzano, con cui collaboro per la realizzazione”.

Luisa Carretti