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Esperti e studiosi accendono i riflettori su uno dei tesori artistici e architettonici più prestigiosi del Chianti.

E’ avvenuto nell’ambito di una giornata di studi dedicata alla chiesa di San Leolino (a pochi chilometri da Panzano in Chianti) e alle opere d’arte in essa conservate.

L’iniziativa è stata promossa da Nicola Bernini con il patrocinio del Comune di Greve in Chianti, nell’ambito della rete del sistema museale del Chianti Valdarno.

La giornata di studi ha offerto l’occasione per presentare per la prima volta un Crocifisso, realizzato da un artista fiorentino alla fine del ‘400. La scoperta è stata compiuta da Nicola Bernini e dalla Comunità di San Leolino che gestisce la pieve dal 1997 ed ha contribuito ad organizzare la manifestazione.

“L’opera – spiega Nicola Bernini – è stata restaurata da Manola Bernini di Figline Valdarno grazie al sostegno dei Friends of Florence mentre a svelare il Crocifisso nella sua nuova veste è stato il funzionario della soprintendenza Claudio Paolini”.

Giuseppina Carlotta Cianferoni, esperta del Chianti etrusco, ha illustrato la storia di Panzano e della zona in epoca etrusca e romana, mettendo l’accento sulla centralità dell’area già in epoca molto antica e sul ritrovamento, nel Settecento, della dispersa stele etrusca trovata non lontano dalla pieve di San Leolino.

Il programma della giornata ha previsto l’intervento di Italo Moretti che ha presentato le fasi architettoniche della pieve. Gabriele Fattorini ha trattato il trittico del cosiddetto “maestro di Panzano”, un artista della seconda metà del quattordicesimo secolo.

L’incontro è proseguito con la relazione di Isabella Gagliardi che ha ricostruito l’identità del santo titolare della pieve, Leolino, attraverso la storia delle intitolazioni e dedicazioni che lo riguardano, utilizzando le fonti liturgiche ed evidenziando la “fiesolinità” del culto a Leolino.

La giornata si è conclusa con gli interventi di Guido Tigler, nome tra gli studiosi di scultura alto medievale e romanica, Lorenzo Gnocchi, allievo di Carlo del Bravo.

Sono intervenuti anche Sonia Chiodo del Dipartimento Sagas dell’Università di Firenze con un contributo sui pittori tardogotici tra le colline del Chianti e Andrea De Marchi del Dipartimento Sagas dell’Università di Firenze che ha fatto il punto sull’artista Meliore.