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In via Roma 48, proprio davanti allo storico biciclettaio di Tavarnelle Rolando, ha aperto di recente Il Ciuchino Bike Shop. Che, per la genuinità del proprietario, fa riassaporare l’atmosfera di bottega di altri tempi.
I ciclisti, i patiti cronici, i bambini con il casco a fare il loro giro pomeridiano si fermano tutti. Per chiedere un parere esperto, acquistare un pezzo, vedere come procede la riparazione. O semplicemente fare due chiacchiere sulla passione che li accomuna.
A lanciarsi coraggiosamente nell’impresa un trentaquattrenne della Sambuca. Tecnico specializzato, il Ciuchino (all’anagrafe Alessio Mulas) è l’esempio di un disoccupato che si è reinventato. Anche in vista del futuro dei figli Ginevra e Gabriel, che su due ruote ci vivrebbe.
“Dopo gli studi – a parlare è Alessio – ho lavorato nella ristorazione. Fu un mio carissimo amico a farmi conoscere la bici. Così ne comprai una nel negozio a Poggibonsi dove poi ho lavorato per sette anni. Finché non ho deciso di mettere su un’attività da solo”.
“Inaugurata il 14 giugno scorso – spiega – principalmente mi occupo di riparazioni, noleggio, vendita di cambi, accessori e ciclo. Assemblate interamente in Italia, le marche che propongo Olmo e Lombardo”.
“Perché Ciuchino? – ecco che ci svela la ragione del nome – Eravamo in un agriturismo in Garfagnana e, senza che me ne accorgessi, mi si avvicinò un asino. Mia moglie ci fece una foto. Eravamo uguali! Da lì quello è diventato il mio soprannome in ambito ciclistico”.
“La cosa che mi piace di più la meccanica – prosegue, con gli occhi che gli brillano – Qualche giorno fa un cliente mi ha portato una bici alla quale mancava un pezzo della ruota. Disponibile solo in Inghilterra, l’ho ricostruito io. Quando ho visto che andava, ho provato un brivido”.
“A Tavarnelle molti pensano che sia professionale – racconta – Lo sono, ma non solo. Sistemo anche cicli vecchi o di poco valore. Nuova la maggior parte dei clienti, si servono da me l’appassionato, il genitore, il ragazzino e per il noleggio gli agriturismi dei dintorni”.
“Andare in bici significa staccare – dice ancora – Insegna a raggiungere obiettivi, sopportare la fatica, aiutare un compagno in difficoltà e soprattutto a non mollare mai. All’inizio correvo in mountain bike e su strada. Negli ultimi cinque anni mi sono buttato sull’enduro”.
“Vorrei fondare una scuola di mountain bike – conclude il Ciuchino, proprio mentre entrano dei probabili futuri allievi per gonfiare le ruote – creando una pista sicura. Ho sempre adorato i bambini e loro, che vengono spesso qui, sono entusiasti dell’idea”.
Noemi Bartalesi