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Simone Mazzi ha radici ben piantate nel cuore del Chianti Classico, nella sua bottega di alimentari di Panzano. E rami che spaziano in alto: verso il cielo, verso il mondo.

Il motivo è presto spiegato: è un vero e proprio giramondo. A breve partirà, insieme all’inseparabile famiglia (Alessandro, Laura e il suo “ragazzino” Tobia, e sua moglie Roberta), per Raja Ampat, uno sconosciuto arcipelago sperduto nell’Oceano Pacifico.

“Penso – dice sorridendo – che saremo i primi chiantigiani a partire per questo posto. Si trova relativamente vicino a Papua Nuova Guinea (Indonesia). Tappe del nostro viaggio-avventura le isole Molucche, l’arcipelago di Komodo (famoso per i draghi che lo abitano) e l’isola di Java con i suoi templi. Altra tappa del viaggio l’isola di Sulawesi dove visiteremo l’etnia Turaja e un’incredibile cerimonia funebre/festa dove saranno sacrificati bufali ed altri animali in onore degli ospiti e del morto”.

“Questo – prosegue Simone – è il 135esimo Paese che visito nel Mondo. Ho fatto il mio primo viaggio a 16 anni, una gita scolastica in Spagna. Poi mi sono messo con quella che adesso è mia moglie, anche lei appassionata di viaggi. Abbiamo iniziato con i Paesi europei (adesso li abbiamo visitati tutti escluso Russia ed Islanda) poi un nostro amico dell’isola di Mauritius ci invitò a casa sua e ci siamo innamorati dei Paesi tropicali”.

“Alcuni viaggi – ci spiega – li abbiamo fatti con “Avventure nel Mondo”. Poi con l’avvento di internet tutti organizzati da soli (si risparmiano molti soldi e noi non abbiamo risorse illimitate, anzi, tutt’altro). I più significativi? Birmania ai tempi della dittatura, Nepal, Isole Galapagos, Hawaii, Sudafrica, Mali, Thailandia, Cina, Filippine, Australia, Canada, Usa, Messico, tutto il centro America, Cile”.

“Viaggiare – conclude Simone – è una passione travolgente, c’è una grande fame di conoscenza dentro di noi. I figli non ci hanno frenato, anzi, gli abbiamo trasmesso la passione. Fin da piccolissimi li abbiamo sempre portati con noi e adesso che la Laura ha quasi 18 anni mi fa paura la sua conoscenza del Mondo, tanto che parla quattro lingue. Le esperienze più estreme? Una spedizione in Amazzonia, un colpo di Stato in Equador, la scalata del Kilimangiaro (ma non siamo arrivati in vetta), due vulcani sulle Ande a 5.200 metri di altitudine. Sono un sub e ho fatto immersioni nelle più disparate barriere coralline del mondo, inclusa la Grande Barriera Australiana”.

Matteo Pucci