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Raccontare un evento storico attraverso una testimonianza unica: il vino. E’ quello che Castelli del Grevepesa ha voluto fare organizzando nelle proprie cantine a San Casciano un evento per ricordare i trecento anni dai bandi di Cosimo III.

“A distanza di 25 anni dalla prima bottiglia di Chianti Classico Clemente VII, vino che anno dopo anno ha conquistato importanti successi in ogni mercato, abbiamo voluto rendere omaggio a questo illustre chiantigiano d’adozione con la produzione della Gran Selezione”: lo ha affermato Ugo Pagliai, direttore generale di Castelli del Grevepesa, la più grande cantina produttrice di vini Chianti Classico.

“Abbiamo diciotto vigneti coltivati intorno a quella Pieve di Campoli -– ha spiegato Pagliai -– che il Cardinale Giulio de’ Medici, ancor prima di salire  al soglio pontificio nel 1523 con il nome di Clemente VII, per la dolcezza delle colline circostanti apprezzava come soggiorno prediletto. La nostra azienda da sempre seleziona le proprie uve per ottenere vini unici ed originali che possano esprimere le eccellenze dai migliori vigneti. Per questo, nel solco dei successi del nostro Clemente VII, finora realizzato nelle tipologie “Annata” e “Riserva” abbiamo ritenuto importante cimentarci anche nella produzione limitata di “Gran Selezione”, massima espressione della piramide qualitativa del Chianti Classico”.

Nel corso dell’’evento (presenti anche i sindaci di San Casciano Massimiliano Pescini e di Greve in Chianti Paolo Sottani) hanno preso la parola esperti e storici, per sottolineare l’’importanza della famiglia dei Medici per l’’avvenire del vino toscano.

“I Medici, del resto -– ha illustrato il professor Zeffiro Ciuffoletti, storico dell’’Università di Firenze e appassionato di vicende chiantigiane – non furono soltanto abilissimi mercanti e straordinari mecenati, ma come “Principi”, con saggezza e lungimiranza capirono che valorizzare le risorse naturali ed i frutti della terra avrebbero concorso in modo significativo ad arricchire la propria Signoria: il Bando di Cosimo III, che per la prima volta nel mondo, definisce le zone vinicole, ne è eloquente riprova”.

Protagonista di uno dei momenti più drammatici della storia del Pontificato, eppure uomo politico dai tratti umani”. Così, Clemente VII, è stato descritto da Cristina Acidini, già Sovrintendente del Polo Museale fiorentino. ““Un uomo che non si arrende – ha raccontato la nota storica d’’arte – perché essere Papa vuol dire essere scelti per mandato divino”.

Tra i partecipanti all’’iniziativa anche il Consorzio Vino Chianti Classico: “I vini toscani – ha aggiunto Giuseppe Liberatore, direttore generale del Consorzio –  concorrono fortemente al successo dell’’economia agroalimentare del nostro Paese. E il Chianti Classico, che nell’’ultimo anno ha ulteriormente incrementato le proprie esportazioni nel 2016, celebra i suoi trecento anni di storia guardando al passato e… al futuro”.