Il Chianti Classico Riserva Carpineto 2020 tra i 100 vini più emozionanti al mondo: conquista infatti il 25° posto nella classifica dei 100 vini più emozionanti al mondo secondo Wine Spectator.

Con questo Chianti Classico Riserva, firmato da Caterina Sacchet, seconda generazione di Carpineto, si compie il sogno dei due ragazzi, poco più che ventenni, che nel 1967 volevano fare il miglior Chianti Classico.

La tenuta di Dudda, a Greve in Chianti, località originaria dell’azienda, nota da secoli proprio come “Carpineto”, è situata sulle colline a un’altezza di 300 metri, nella zona del Chianti Classico, in uno dei microclimi più freschi della denominazione. Si tratta del cuore storico dell’azienda, che ha altre 4 tenute nei territori più vocati della Toscana.

“Non ho parole per l’emozione, questo bellissimo traguardo mi gratifica molto, in un momento così strategico, e anche complesso, non potevamo avere riconoscimento migliore, sul piano internazionale”.

Sono queste a caldo le parole di Caterina Sacchet, produttrice ed enologa della seconda generazione con Antonio Michael Zaccheo (nella foto sopra con Caterina Sacchet), di Carpineto, fondata nel 1967 proprio in Chianti Classico da suo padre, Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo, appena appreso del 25esimo posto (con 93 punti) nella Top 100 di Wine Spectator.

“L’aspetto più emozionante per me – sottolinea – è che nella TOP 100 ci sia il Chianti Classico Riserva 2020, vino del territorio dove è iniziata questa splendida avventura. La passione trasmessa dai nostri padri ci permette di avere queste bellissime gioie ed emozioni”.

Caterina è giovane, entusiasta, appassionata, ma soprattutto molto talentuosa. Dopo avere affiancato suo padre in vigna e in cantina fin da quando aveva 18 anni, laureatasi in enologia a Firenze ha man mano preso lei il testimone e oggi firma tutti i vini di Carpineto snocciolando successi.

Nel caso della 2020 del Chianti Classico Riserva, è lei stessa a definirla ”una delle più belle annate degli ultimi anni, proprio per vini da lungo affinamento. Dal punto di vista sensoriale l’annata è caratterizzata da ottima espressione varietale, eleganza, un’annata destinata a vini da lunghissimo affinamento”.

“Un’annata – ricorda – in cui la primavera abbastanza fresca è stata seguita da un’estate calda e lunga ma con buone escursioni termiche fra il giorno e la notte consentendo il completamento ottimale del processo di maturazione delle uve. Grazie alle sporadiche piogge di giugno e di settembre ha permesso alla pianta di portare a completamento la maturazione delle uve in maniera ottima”.

Nella recensione di Wine Spectator, si tratta di “un rosso dal corpo potente e ricco, in cui all’amarena e alla mora si sommano note di erbe selvatiche, ferro e terra che aggiungono profondità, mentre il finale è lungo e speziato”.

“I risultati nel Chianti Classico rappresentano l’esito di una visione lungimirante, il coronamento del sogno dei nostri padri, che proprio nel 1967 fondarono l’azienda”, sottolinea Antonio Michael Zaccheo, anche lui seconda generazione.

Una curiosità, anche l’etichetta del Chianti Classico Riserva è rimasta negli anni quasi la stessa della prima etichetta della Carpineto, con l’autoritratto di Rubens.

“Mio padre trovò in casa, proprio negli anni in cui, poco più che ventenne, con Sacchet diedero avvio all’attività – racconta Antonio Michael Zaccheo – un’incisione di Marchi Incisori dell’autoritratto di Rubens. L’incisione, che era nella collezione di famiglia, fu scelta come simbolo dell’allora nuova cantina di Greve in Chianti e del primo vino prodotto, il Chianti Classico appunto, in quanto Rubens vantava una lunga storia di amore per la Toscana ed il vino. Quest’immagine è tutt’ora il simbolo del nostro Chianti Classico, nelle tre diverse tipologie, l’Annata, la Riserva e la Gran Selezione”.

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