Aprire un’attività agricola in Toscana può essere un ottimo investimento sia per quanto riguarda la produzione agricola, viticola o destinata alla produzione di olio di oliva, sia per la possibilità di rendere l’attività attiva anche nel mondo della ristorazione e dell’accoglienza.

Le attività agricole in Toscana, con o senza animali, possono ottenere il vantaggio di un territorio ricco e perfetto per la produzione agricola, oltre che contare sul forte interesse che anche i turisti hanno per le zone meno vicine alle città principali, perfette per chi ama la natura e vuole immergersi tra le sue bellezze.

Che si voglia aprire un’attività agricola solo per coltivare o per unire agricoltura e turismo, ecco alcuni consigli per l’avvio di un’azienda di questa tipologia.

Partire da un’idea precisa

Molti aspiranti imprenditori agricoli si lasciano affascinare dall’immagine romantica del casale immerso tra vigneti e ulivi.

La prima domanda da porsi non riguarda la bellezza del paesaggio, bensì la direzione che si vuole dare all’impresa.

Vino, olio, ortaggi, allevamento biologico, coltivazioni particolari come lavanda o zafferano, o ancora attività multifunzionali con agriturismo e ristorazione: ogni strada comporta investimenti e competenze diverse.

Un esempio pratico: chi punta su un piccolo orto biologico da trasformare in vendita diretta dovrà organizzarsi con serre, impianti di irrigazione e mercati locali. Chi immagina un’azienda vitivinicola invece dovrà ragionare su impianti enologici, cantina, marchi e certificazioni.

Terreno e immobili: la scelta più importante

La Toscana offre condizioni pedoclimatiche eccellenti, ma con grandi differenze tra le aree. Ad esempio, la Maremma consente superfici ampie e vocazione cerealicola, il Chianti richiama inevitabilmente al vino, l’Appennino privilegia l’allevamento e i prodotti caseari. Prima di acquistare, è utile consultare professionisti agronomi che sappiano leggere il suolo e valutarne la resa futura.

Chi è alla ricerca di opportunità può partire dal mercato immobiliare rurale: cerca tra gli annunci di aziende agricole e terreni in vendita in Toscana, perché spesso si trovano poderi già avviati, con impianti e macchinari inclusi, che riducono tempi e rischi rispetto a un avvio da zero.

Aspetti burocratici e obblighi normativi

Per avviare un’impresa agricola occorre registrarsi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio e aprire la partita IVA agricola. È altrettanto importante valutare la possibilità di ottenere la qualifica di IAP, Imprenditore Agricolo Professionale: riconoscimento che permette di accedere a sgravi fiscali, agevolazioni previdenziali e bandi specifici.

Oltre a questi passaggi, vanno considerati gli adempimenti igienico-sanitari, le autorizzazioni ambientali e, in caso di costruzione o ristrutturazione di fabbricati rurali, i vincoli paesaggistici. In Toscana le normative urbanistiche sono particolarmente attente a proteggere il territorio; quindi, ogni intervento va pianificato con cura.

Finanziamenti e incentivi disponibili

Avviare un’attività agricola richiede capitali iniziali. Oltre alle risorse personali e al credito bancario, esistono diversi strumenti pubblici a supporto. La Regione Toscana gestisce i fondi europei del PSR (Piano di Sviluppo Rurale), che finanziano impianti, attrezzature, digitalizzazione, transizione biologica e progetti di turismo rurale.

Per i giovani agricoltori sotto i 40 anni sono previsti contributi a fondo perduto e mutui agevolati, mentre chi sceglie di insediarsi in aree svantaggiate può contare su ulteriori sostegni. Non vanno trascurate le reti associative come Coldiretti o Confagricoltura, che mettono a disposizione consulenza tecnica e assistenza nella predisposizione dei bandi.

Quanto costa partire davvero?

Il tema dei costi è centrale e non può essere generalizzato. Un piccolo allevamento ovino con trasformazione casearia richiede investimenti differenti rispetto a un’azienda olivicola. Si può stimare che un’attività di base, con macchinari essenziali e un terreno medio-piccolo, necessiti di almeno 50-100 mila euro, senza considerare l’acquisto del terreno e del casale. Una cantina vinicola o un agriturismo possono superare abbondantemente cifre a sei zeri.

Da valutare anche le spese annuali: contributi previdenziali, manodopera stagionale, manutenzione delle colture e dei macchinari, bollette energetiche. Pianificare un business plan accurato è fondamentale per evitare di trovarsi con risorse insufficienti già nei primi anni.

Innovazione e sostenibilità

L’agricoltura non è più quella di un tempo. Oggi si parla di droni per il monitoraggio dei campi, sensori per l’irrigazione intelligente, piattaforme digitali per la vendita diretta.

La sostenibilità ambientale è diventata requisito imprescindibile: riduzione dell’uso di fitofarmaci, ricorso a energie rinnovabili, rotazioni colturali e certificazioni biologiche sono elementi che rendono un’azienda competitiva sul mercato.

La Toscana si distingue proprio per l’alto numero di superfici biologiche e per l’attenzione alla qualità. Un imprenditore che sceglie questa strada intercetta una domanda crescente e si posiziona in modo credibile, soprattutto nei mercati esteri.

Turismo rurale e multifunzionalità

Il turismo è una delle chiavi di volta per le imprese agricole toscane. Agriturismi, degustazioni, esperienze immersive come la raccolta delle olive o la vendemmia offrono entrate complementari e rafforzano il brand aziendale. L’agricoltura non si limita più a produrre, ma racconta storie, crea esperienze e valorizza il territorio.

Molti visitatori stranieri scelgono la Toscana proprio per vivere la campagna da vicino, e chi sa integrare produzione e accoglienza costruisce un vantaggio competitivo solido.

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