Presentato mercoledì 1 ottobre, a Firenze, il rapporto sull’enoturismo in Toscana promosso dal Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici (CESEO) dell’Università LUMSA per il Movimento Turismo del Vino Toscana.
Una iniziativa che ha coinvolto numerosi soggetti, a partire dalle cantine di MTV Toscana che rappresentano, stando ai dati del report, un vero modello per il settore in Italia, ma non solo.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di ASET, Associazione stampa enogastroagroalimentare Toscana con la conduzione del presidente Leonardo Tozzi, ha voluto mettere in evidenza il forte sostegno pionieristico della regione in materia di offerta enoturistica, a partire dal fatto che il Movimento Turismo del Vino è nato proprio in Toscana, insieme al format vincente di Cantine Aperte.
“Numeri che non ci sorprendono, ma che ci aiutano a capire in quale direzione andare sulla base di ciò che è stato fatto in questi anni – commenta Anastasia Mancini, presidente di MTV Toscana – per questo stiamo diversificando anche il target con eventi quali per esempio Aperitivo al Museo che si svolgerà l’11 ottobre in 7 musei della Toscana, ma anche con formazione e aggiornamento per le nostre aziende”.
“La ricerca – approfondisce la presidente di MTV, Violante Gardini Cinelli Colombini – rappresenta una fotografia approfondita dell’attività delle cantine del Movimento e sottolinea le differenze e le peculiarità di ciascun territorio nell’accogliere i visitatori in cantina, in particolare l’analisi mostra come i caratteri specifici di ogni area si rispecchino in modo fedele anche nella wine hospitality”.
“Più ospitali, festaioli e propensi ad abbinare il vino con i cibi tipici a Sud – aggiunge – più attenti a valorizzare il paesaggio e la cultura, diversificare l’esperienza, ma anche più costosi noi in Toscana; più pragmatici o orientati sull’assaggio al nord ovest mentre nel nord est l’accoglienza in cantina è più familiare e pochi sono gli eventi organizzati in azienda un’analisi rigorosa dei dati, quella fatta da MTV con CESEO, finalizzata a risolvere criticità ma soprattutto far cogliere opportunità future ai soci della nostra associazione”.
“Ceseo – Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici è nato da pochi mesi, ma ha già prodotto risultati assolutamente nuovi. Nella sua prima indagine sulle cantine del Movimento del Turismo del Vino ha evidenziato, per primo, le differenze regionali nell’enoturismo italiano, dati che rivelano punti di forza, criticità e opportunità da sviluppare”, secondo Donatella Cinelli Colombini, direttrice del CESEO.
“Il report 2025 sull’enoturismo conferma la forza e l’unicità della Toscana – dice la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi – la nostra offerta enoturistica è fortemente identitaria: due cantine su tre accolgono con uno stile familiare e autentico, quasi universale è il valore del paesaggio e molto diffusa la dimensione storico-culturale. Sono elementi che ci distinguono nettamente rispetto al resto d’Italia e che rafforzano la nostra vocazione a essere una destinazione di eccellenza”.
“È la dimostrazione – conclude l’assessora – di un’offerta capace di parlare a pubblici diversi, con un posizionamento di prezzo coerente e competitivo. Ora dobbiamo lavorare ancora di più su formazione, comunicazione e nuove formule esperienziali, così da accompagnare le nostre imprese a crescere sui mercati e rafforzare il legame con i visitatori che scelgono la Toscana non solo per i vini straordinari, ma per l’insieme di cultura, paesaggio e accoglienza che solo qui possono trovare”.
Il modello (vincente) dell’enoturismo toscano secondo il report del CESEO-IULM
Secondo i dati presentati per l’occasione da Antonello Maruotti, professore di Statistica e responsabile dell’analisi fatta dal Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici, la Toscana si distingue per un’offerta enoturistica fortemente identitaria, caratterizzata da un’accoglienza familiare prevalente, un patrimonio paesaggistico e storico-culturale di rilievo e una buona presenza di innovazione.
L’ampia varietà di esperienze proposte e un posizionamento di prezzo coerente contribuiscono a un’offerta articolata e premium, con margini economici in recupero nonostante l’aumento dei costi.
Le competenze richieste si concentrano soprattutto sulla comunicazione, marketing digitale e lingue straniere, mentre la programmazione di eventi e l’accessibilità nel fine settimana mostrano margini di miglioramento per sostenere la domanda e fidelizzare i visitatori.
Offerta identitaria e innovativa
La maggioranza delle cantine toscane adotta un modello di accoglienza familiare (63%), con una forte rilevanza paesaggistica (95%) e storico-culturale (74%), superando nettamente le altre regioni italiane, mantenendo un livello di innovazione allineato (68%).
Varietà esperienziale e pricing
Il 63% delle cantine offre almeno cinque esperienze enoturistiche distinte, con un’offerta premium presente nel 66% dei casi, posizionata principalmente tra 60 e 90 euro, e un’esperienza standard mediamente a 30 euro.
Eventi e accessibilità
La programmazione di feste e concerti è frequente, mentre gli eventi culturali e i corsi sul vino sono meno diffusi, indicando un potenziale di crescita nell’ambito formativo. L’apertura nel fine settimana è buona il sabato (71%) ma inferiore la domenica (47%), suggerendo opportunità di ampliamento tramite prenotazioni e micro-eventi.
Competenze e dinamiche commerciali
Le competenze più richieste riguardano comunicazione, marketing digitale, visibilità online e lingue straniere, riflettendo la vocazione internazionale. La vendita diretta in cantina e l’export sono canali chiave, mentre l’e-commerce cresce. I margini sono sotto pressione, ma i ricavi aumentano grazie a dinamiche di prezzo e arricchimento dell’offerta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA