Da domenica 1 giugno, il Museo San Francesco di Greve in Chianti è tornato a vivere e promuovere il ricco patrimonio storico-artistico del passato, proveniente dalle chiese del territorio, conservato tra le sale del convento di origine medievale.

La riapertura dello spazio espositivo è possibile grazie all’intervento di consolidamento statico che l’amministrazione comunale ha progetto e finanziato con una spesa complessiva pari a oltre a 250mila euro.

L’opera, progettata per la riqualificazione e la messa in sicurezza in particolare della facciata ovest dell’edificio, ha mirato a consolidare una struttura di pregio dal punto di vista storico-architettonico, simbolo e testimonianza di una delle pagine più significative delle origini del territorio e della storia dell’arte italiana.

“Si è trattato di un investimento importante che ha riqualificato l’edificio sotto il profilo della messa in sicurezza – dichiara l’assessore ai lavori pubblici Giulio Saturnini – l’intervento di consolidamento è consistito nella realizzazione di una serie di micropali, il museo San Francesco è uno dei più rilevanti fulcri di attrazione turistico-culturale del territorio chiantigiano, sede di numerosi eventi espositivi allestiti nel corso dell’anno”.

“Considerato il progressivo scivolamento della struttura che si era verificato soprattutto negli ultimi anni, l’intervento si è reso indispensabile per consolidare uno dei patrimoni più importanti del nostro comune – rimarca il sindaco Paolo Sottani – L’intervento è stato condiviso con la Sovrintendenza che ci ha supportato sia nella fase di progettazione che nell’esecuzione dei lavori”.

Il Museo era infatti un convento dedicato a San Francesco, nominato per la prima volta in un manoscritto del cronista francescano Dionisio Pulinari (XVI secolo).

Ospita una novantina di opere tra pitture, sculture, parati e oreficerie provenienti dalle chiese e dalle pievi del territorio comunale. Il ricco patrimonio storico artistico conservato tra le sale dell’ex convento è riferibile ad un ampio arco temporale, dal 1200 al 1800.

L’oratorio fu costruito probabilmente all’inizio del XVI secolo come parte di un complesso che comprendeva anche un ospizio destinato all’accoglienza e all’ospitalità di frati francescani in viaggio, dipendente dal convento della Croce di San Casciano.

L’importanza della presenza francescana emerge anche dalle opere confluite nella collezione museale.

San Francesco è tra i personaggi della pala di terracotta policroma di inizio Cinquecento col Compianto su Cristo morto conservata nella sua posizione originaria sull’altare dell’oratorio e attribuita a Baccio da Montelupo.

Nell’oratorio è conservata anche la piccola tavola con l’Annunciazione proveniente dalla chiesa di Santa Croce a Greve: è l’opera più antica del museo, caratterizzata dai tratti tipici della pittura fiorentina di metà Trecento.

 

Sono esposti inoltre paramenti dei secoli XVI-XVIII e alcuni arredi sacri. Nella sala delle oreficerie al primo piano sono esposti molti oggetti liturgici (reliquiari, ostensori, pissidi, calici del XIV-XIX secolo); una campana del 1312 dalla chiesa di Santa Maria a Vicchiomaggio.

Una piccola “pace”, un tabernacolo portatile con Maria e San Giovanni Evangelista dolenti, prodotto verso la fine del Trecento dalla bottega fiorentina degli Embriachi, specializzata nella lavorazione di oggetti d’osso; una Madonna col Bambino di Nanni di Bartolo in stucco dipinto della fine del Quattrocento, esemplata su modelli di Lorenzo Ghiberti.

La serie di tele seicentesche comprende la Madonna del Rosario e Santi di Francesco Boldrini, l’Assunta e i Santi Lucia e Antonio da Padova di Francesco Curradi e l’Assunta dell’ambito di Jacopo Vignali. Tra queste opere un piccolo gruppo appartiene alla donazione tardo-ottocentesca di Rosa Libri Del Rosso, come il San Pietro in carcere di Scuola Emiliana.

All’interno del museo vi è anche una sezione archeologica, nata dal lavoro, dall’impegno e dalla passione dell’associazione Gruppo San Michele-Gev Chianti Odv che dal 1992 si dedica allo studio del territorio sotto la direzione della Soprintendenza archeologica della Toscana.

La sezione accoglie una ricchissima collezione che attesta la presenza delle antiche civiltà nel territorio e rivela la presenza di oggetti tra cui vasellame, ciotole, stoviglie, boccali, brocche, ornamenti, gioielli, monete e alcune parti di armi, utilizzati per cucinare, alimentarsi, prendersi cura, abbellirsi, coltivare, difendersi.

Tra gli altri anche l’intera serie di sonagli di un cembalo di epoca medievale che evidenzia la vitalità di una comunità che scandiva le sue giornate a suon di musica. Il pezzo più antico risale al 300 A.C ed è un oggetto ceramico ad impasto.

I luoghi in cui si sono alternate le campagne di scavo sono Castellaccio di Lucolena, Poggio della Noe, Casa grande di Monte Moggino, Pieve di Cintoia alta, Castello di Panzano, fornace romana di Montefioralle.

Il Museo si trova in via San Francesco. Orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 13, dalle ore 15 alle ore 19. Chiuso il lunedì e il mercoledì. Info Ufficio promozione del territorio: 0558545271, turismo.cultura@comune.greve-in-chianti.fi.it.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi altri articoli...