Il Chianti Classico stringe un nuovo legame nel territorio di produzione.
Dalla mescita collettiva delle eccellenze vitivinicole di nove produttori di Lamole, versate in un’unica botte, nascerà il nono vino, simbolo di unità, sinergie culturali ed economiche, capacità di costruire relazioni e lavorare in rete per la promozione e la valorizzazione del più piccolo paesaggio storico d’Italia.
Con i profumi delle produzioni tipiche, i sapori autentici che sanno di tradizione e vitalità sociale, la comunità di Lamole si prepara a brindare alla ventiduesima edizione della kermesse enogastronomica “I profumi di Lamole” e alla storia secolare del borgo, gioiello del Chianti Classico
Ai nastri di partenza l’edizione 2025 de “I Profumi di Lamole”, nel comune di Greve in Chianti, la consolidata rassegna che anche quest’anno, dal 31 maggio al 2 giugno, metterà in vetrina le eccellenze vitivinicole dell’antico borgo-vigna abitato da circa 90 persone, famiglie che lavorano nel settore e producono i celebri vini di Lamole.
L’iniziativa, promossa e organizzata dal Comune di Greve in Chianti e dall’Associazione I Profumi di Lamole creerà un palcoscenico privilegiato su cui sfileranno le migliori produzioni delle nove aziende che rendono omaggio alla qualità e alla longevità della rassegna di vini e prodotti tipici.
Le aziende sono Castellinuzza e Piuca, I Fabbri, Le Masse di Lamole, Podere Castellinuzza, Fattoria di Lamole, Lamole di Lamole, Castellinuzza, Jurij Fiore e Figlie, Il Campino di Lamole.
Novità di questa edizione, la collaborazione tra i sommelier Pietro Palma e Clizia Zuin con il profumiere greco Zisis Kapsalis.
Un sodalizio che ha portato alla creazione di un nuovo profumo d’ambiente che racchiude le fragranze dei nove vini del Chianti Classico. L’intento è quello di trasformare il bouquets aromatico del vino in un’esperienza olfattiva.
E’ coì che nasce un profumo da vivere ogni giorno. Il respiro del bosco, il calore della terra e l’eleganza di una storia si intrecciano in un’essenza che nasce dalla complessità del sangiovese.
Il profumo di Lamole vuole rappresentare la bellezza e le caratteristiche di eccellenza di un territorio.
“Un evento imperdibile di tre giorni – ha dichiarato la vicepresidente e assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi – durante il quale i visitatori potranno incontrare direttamente i produttori e scoprire un’importante espressione economica, sociale e culturale delle nostre origini. Si tratta di un pezzo del patrimonio identitario del Chianti, caratterizzato dalla ricchezza naturale e imprenditoriale di una tradizione che le famiglie locali hanno preservato nel tempo”.
“La manifestazione, che inizia ad avere una portata storica con i suoi 22 anni di attività, si distingue per la ricchezza dell’offerta enogastronomica e la qualità delle produzioni tipiche – ha commentato il sindaco Paolo Sottani – la vitalità produttiva che anima questa prestigiosa area del Chianti Classico, legata al forte senso di appartenenza al territorio dei residenti, costituisce il cuore e l’anima del borgo, rafforza non solo l’identità agricola ma anche la matrice sociale del fare comunità e, in generale, testimonia la qualità del vivere in campagna che unisce le generazioni e stimola la costruzione di relazioni umane e percorsi professionali in rete”.
Lamole è un’area rurale viva abitata da famiglie e produttori che risiedono e lavorano in questo angolo di Chianti.
Grazie al loro presidio, sinonimo di tutela e cura, il borgo si è potuto conservare e mantenere, gli abitanti hanno sviluppato un profondo senso di appartenenza al territorio, una particolare affezione al luogo dove hanno creato una rete di comunità.
Con il paesaggio di Lamole il Comune di Greve in Chianti è iscritto dal 2018 al “Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di interesse storico”.
Il Comune fa parte da qualche anno anche dell’Associazione Paesaggi Rurali di interesse storico la cui filosofia è incentrata sull’armonia tra uomo e natura, sul principio della reciprocità rispettosa dell’ambiente, sulle pratiche virtuose che strizzano l’occhio all’innovazione.
Attualmente sono 27 i paesaggi storici che costituiscono l’associazione dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico (PRIS).
“Il punto di forza della manifestazione – ha aggiunto l’assessore al turismo Giulio Saturnini – è dato dalla possibilità di entrare in contatto diretto con i produttori, dunque l’occasione di conoscere una significativa espressione economica, sociale e culturale delle nostre radici, un tassello del patrimonio identitario chiantigiano, costituito dalla ricchezza naturalistica e imprenditoriale di una tradizione che le famiglie residenti hanno portato avanti negli anni”.
I contadini vignaioli, che nel corso del tempo hanno plasmato e lavorato la verticalità delle colline di Greve in Chianti hanno reso fruttuoso e vitale sotto il profilo produttivo questo luogo che oggi rappresenta una delle aree più belle del Chianti Classico, scelta come meta dal turismo esperienziale.
La rassegna presenta un ricco programma di eventi legati alla promozione e alla valorizzazione delle eccellenze vitivinicole lamolesi che incontrano la cultura del vino europea.
Tra gli ospiti d’eccezione, Frederique Tavard, docente di agronomia/viticultura al Lycée Viticole di Beaume che porterà la sua esperienza per parlare di terroir attraverso la visione enologica contemporanea e l’entusiasmo dei giovani produttori della Borgogna.
IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO
SABATO 31 maggio, ore 15-21
La tradizionale manifestazione dei produttori lamolesi prenderà il via sabato 31 alle ore 15 con l’apertura degli stands e la vendita del bicchiere griffato.
Dopo il taglio del nastro a cura del sindaco Paolo Sottani sarà conferita l’onorificenza del “Lamolese DOCG 2025” al divulgatore enoico e formatore di origine marchigiana, di adozione toscana, Francesco Saverio Russo.
Seguirà la cerimonia del nono vino di Lamole 2025 con i produttori che uniscono i propri vini a formare simbolicamente un unico vino di Lamole.
In questa occasione sarà presentato il “Profumo di Lamole”, un profumo per ambiente alla presenza del profumiere Zisis Kapsalis (Junor Perfumer e Consultant per Aquaflor Firenze).
Sarà il Teatro di Lamole ad ospitare alle ore 17 la degustazione Guidata/Master Class 2025 “La Borgogna: dalla Cȏte d’Or al Mȃconnais passando per quella Chalonnaise, interpretata da giovani produttori. Esprimere il terroir attraverso la visione enologica contemporanea”, condotta da Frederique Tavard, docente di agronomia/viticultura al Lycee Viticole di Beaume, e Simone Loguercio, miglior Sommelier di Toscana e d’Italia nel 2018.
DOMENICA 1 GIUGNO, ore 11-21
“I Profumi di Lamole” offrirà anche un’occasione di valorizzazione e promozione del territorio dal punto di vista ambientale e naturalistico.
Alle ore 9.30 di domenica 1 giugno il programma della kermesse propone una camminata intorno all’anello di Lamole (difficoltà media, durata 3 ore e mezzo), accompagnata da una guida ambientale escursionistica. Info e prenotazioni: Marco Antonio 328 6124658.
Domenica 1 giugno gli stand rimarranno aperti dalle ore 11 alle ore 21.
LUNEDI’ 2 GIUGNO, ore 11-19
La degustazione e la vendita del Vino Chianti Classico dei produttori di Lamole proseguirà per l’intera giornata.
Nel corso della manifestazione ci sarà un punto ristoro con il FoodTruck Cecchini nel Giardino Panoramico.
IL BORGO DI LAMOLE E I SUOI TERRAZZAMENTI DI ORIGINE ROMANA
Nel dopoguerra Lamole contava 900 abitanti. Le capacità e il lavoro dei produttori hanno fatto sì che, nonostante le difficoltà, il borgo si mantenesse in vita e vedesse crescere le potenzialità produttive.
Ciò che contraddistingue il territorio di Lamole, entrato dal 2018 nel registro nazionale dei paesaggi storici rurali d’Italia in base ad un decreto ministeriale delle Politiche agricole, è la presenza dei particolari terrazzi lamolesi dalle antiche origini.
Furono per primi i Romani a portare in altura, a Lamole, le coltivazioni della vite e dell’olivo individuando nella posizione, nella perfetta esposizione, nelle caratteristiche di un anfiteatro naturale, protetto a nord del Monte San Michele rivolto al Mar Tirreno, il luogo ideale per le attività agricole.
La viticoltura di qualità, eseguita sui terrazzi, era famosa sin dall’epoca medievale e venne poi praticata nei secoli successivi.
Lamole infatti veniva indicata come una delle culle del Chianti di qualità, caratterizzata da un territorio la cui pendenza mediamente era superiore al 30% e non superava il 50%. Il nome del borgo deriva dalla parola latina ‘lamulae’ che significa piccole lame, lingue di terra e si riferisce e gli appezzamenti che si venivano a formare avvicinando i muri, costituiti da sassi, e creando delle terrazze caratterizzate da una larghezza di pochi metri.
Il “Lamolese DOCG 2025” Francesco Saverio Russo
Francesco Saverio Russo, creatore del WineBlogRoll.com e della pagina @italianwinelover, racconta di vino dalla vigna al bicchiere e condivide studi, ricerche, incontri e impressioni sui molteplici vini degustati con migliaia di curiosi appassionati e addetti ai lavori.
Una linea editoriale schietta e senza sovrastrutture “condizionata” dall’etica, dalle singolarità zonali, dalla storia e, non ultimo, dalla personalità dei produttori.
Da questi presupposti non poteva che nascere una vera passione per il territorio di Lamole inserendolo fra “gli undici territoti del vino italiano sui cui puntare nel 2024 e non solo”, territori che spiccano per vocazione, futuribilità della viticoltura locale e la capacità dei produttori locali di interpretare la propria identità territoriale in maniera nitida e contemporanea, con una prospettiva coesa e una visione condivisa grazie all’unità dei produttori che vi operano.
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