Vinitaly guarda oltre le barriere commerciali che tanto stanno facendo preoccupare il settore (i minacciati dazi statunitensi) e per la sua 57esima edizione, a Veronafiere dal 6 al 9 aprile, si presenta con circa 4.000 aziende, confermandosi baricentro e termometro del vino italiano.
Nei 18 padiglioni della manifestazione (tra fissi e tendostrutture) attesi operatori dall’Italia e da 140 nazioni.
In particolare, si punta a confermare il contingente di 30mila buyer della domanda internazionale, Stati Uniti compresi, per quella che è la più grande “agenda business”del Made in Italy enologico.
Per il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, “oggi Vinitaly rappresenta l’aggregatore naturale del vino italiano sui principali mercati target. Un posizionamento che intendiamo rafforzare ulteriormente mettendo a disposizione della politica e delle imprese tutto il nostro know how, per sostenerle nelle sfide derivanti dal complesso scenario attuale, tracciando anche nuove rotte di destinazione”.

Il padiglione del Consorzio Vino Chianti Classico al Vinitaly 2024
“Sono 1.200 i top buyer accreditati e ospitati a Verona – ha annunciato il direttore generale, Adolfo Rebughini – Una selezione profilata da 71 Paesi, sei in più rispetto all’anno scorso, che ha centrato l’obiettivo di replicare il record del 2024. Un risultato non scontato visto il perdurare delle tensioni geopolitiche”.
Tra le delegazioni più numerose dei super operatori selezionati dall’area extra Ue, in pole position quelle da Usa e Canada, seguite da Cina, UK, Brasile ma anche da India, Singapore, Giappone e Corea del Sud.
Mentre, per il continente europeo, primeggiano Germania, Svizzera, Nord Europa e l’area balcanica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA