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Il Dom Pérignon è un vino d’annata, il che significa che viene prodotto solo in quelli anni in cui il raccolto è stato di qualità ottimale.

Per questo motivo la sua produzione è limitata e il vino può essere categorizzato in relazione agli anni di invecchiamento.

Ecco come nascono i vini Vintage, con un invecchiamento di sette anni; il Rosé: tra i dieci e i dodici anni; l’OEnothèque: 14 anni; e l’OEnothèque Rosé: 20 anni.

I vini Dom Perignon possono essere acquisiti online a svariati prezzi e dalla comodità della vostra casa.

Una storia piena

All’interno di ogni bottiglia di Dom Perignon c’è molto di più che un semplice champagne pregiato.

C’è tanta storia e leggenda, filosofia di vita e realtà, artigianato e speranza; insomma, c’è tutto un mondo nascosto che ha dato al vino uno spirito nuovo che non si vedeva dai tempi di Noè, quel personaggio biblico a cui si attribuisce la produzione del primo vino dopo il diluvio.

Lo champagne francese ha avuto una nascita quasi spontanea e fortuita. La produzione di vino nella regione dello Champagne, nel nord-est della Francia, presentava un serio problema per gli Chef de Cave del XVII secolo: il prodotto doveva essere consumato nello stesso anno, perché con l’arrivo della stagione calda, il vino imbottigliato sembrava impazzire e faceva esplodere le bottiglie. C’era qualcosa di diabolico in questo misterioso evento.

Il caso era così grave che la produzione non poteva essere inviata altrove, perché il carico esplodeva pratticamente sulle strade. Questo portò il re di Francia a vietarne il trasporto in bottiglia per motivi di sicurezza pubblica. Per la commercializzazione di questo vino l’unico modo era quello di trasportarlo in botti, con la totale perdita dell’effetto frizzante.

La follia del vino francese

La ragione di questa follia del vino fu scoperta molto più tardi da Louis Pasteur e la sua descrizione del processo di fermentazione naturale.

Infatti, la regione della Champagne, dove viene prodotto questo vino, è fredda e umida.

Lì l’uva matura tardivamente e la vendemmia non permette di completare la fermentazione prima dell’inverno; il processo veniva bloccato dal freddo, il vino si imbottigliava e, con la risalita della temperatura, la fermentazione continuava in bottiglia, facendola letteralmente esplodere.

Fu Dom Pierre Perignon a correggere il “problema”. Il monaco benedettino, Chef de Cave dell’Abbazia di Hautvillers, cercò di migliorare la qualità del vino prodotto nella sua badia; aggiunse diverse variazioni, cercò di ottenere vino bianco da uve nere e di aumentare la produzione.

Tuttavia, il risultato era lo stesso: le bottiglie continuavano a esplodere all’inizio della primavera.

Perignon cominciò a usare bottiglie più resistenti provenienti dall’Inghilterra e un tappo a forma di cono usato dai monaci a Gerona, in Spagna.

Questa modifica ha permesso di completare la fermentazione all’interno delle bottiglie senza che queste esplodessero. Alla fine del processo, il vino diabolicamente pazzo si era trasformato nel delizioso champagne che oggi muove il mondo.

Finale

Fin dai tempi antichi, il vino ha fatto parte della cultura umana, soprattutto in relazione al loro rapporto con la Divinità. Dopo l’avvento del cristianesimo e la metafora del vino come sangue di Cristo, il vino occupò un posto speciale in tutti i rituali religiosi cattolici. Di conseguenza, la produzione del vino è associata ai monasteri, dove i monaci erano gli Chef de Cave.

Quello che è successo dopo è un miscuglio di storia e mito che ha influenzato l’essenza di tutte le culture. Il vino è rimasto invariato nel corso della storia umana, ad eccezione di alcune variazioni vinicole prodotte in determinate regioni. In pratica non è cambiato nulla nel vino da Noè a Dom Perignon.

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