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Passare un’ora nello studio di Mario Forconi, che in realtà ha “usurpato” la vecchia camera da letto dei figli, che ormai grandi non ne hanno più bisogno, è un privilegio.

Vederlo armeggiare attorno ai suoi registri, scritti minuziosamente a mano, è un’emozione.

Perché lì, in quei registri, che Mario ha pure ritagliato personalmente, costruendoli da vecchi quadernoni, c’è la storia di Tavarnelle e Barberino Val d’Elsa. Migliaia e migliaia di foto, di volti, di nomi.

Una sorta di censimento fotografico di quello che sono state queste comunità.

Che Mario ha messo insieme bussando a una porta dopo l’altra, facendosi prestare foto, documenti.

Acquisendo tutto e restituendo, doverosamente, ai proprietari.

Non si contano le mostre che Mario ha regalato alla comunità. La sua presenza, assidua e rassicurante, alla maggior parte degli eventi pubblici.

Che da tempo immortala con la sua macchina fotografica. Cristallizzando il presente per il futuro.

Mario Forconi ha regalato a questo territorio una memoria per immagini di valore inestimabile: una carrellata di fotografie che restituiscono il passato a chi l’ha vissuto, che lo fanno conoscere a chi è venuto dopo.

Massaie, mezzadri, aie, nobili e poveri, feste di paese.

Tutto l’amore e tutta la passione che questo straordinario personaggio ha profuso in tutti questi anni sono lì. In quelle foto, in quei registri. Grazie Mario. Di tutto.

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