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All’inizio del Cinquecento, Niccolò di Tommaso Antinori, iniziatore della fortuna imprenditoriale della storica famiglia del vino italiano, commissiona a Giovanni della Robbia (Firenze, 1469-1529/30) la lunetta con la “Risurrezione di Cristo” per decorare Villa Le Rose, la residenza di campagna alle porte di Firenze, dove già all’epoca si produceva vino.

Un capolavoro del Rinascimento italiano, oggi di proprietà del Brooklyn Museum of Art di New York, che per la prima volta dopo 120 anni è esposto al pubblico, in tutto il suo splendore, al Museo Nazionale del Bargello a Firenze dal 10 novembre 2017 all’8 aprile 2018.

Il merito è di una storica circostanza: il restauro della robbiana da parte degli stessi committenti, i Marchesi Antinori, oltre 500 anni dopo, nel solco di una tradizione di mecenatismo culturale che arriva fino ai nostri giorni.

Per celebrare lo straordinario ritorno della lunetta e l’esposizione nella “culla” del Rinascimento tra le opere di Michelangelo, Donatello e degli stessi Della Robbia, la famiglia fiorentina continua la sua antica tradizione di “mecenati d’arte” con una nuova committenza.

Un’opera dell’artista italiano Stefano Arienti, tra i più apprezzati sulla scena internazionale, esposta in mostra con la robbiana – in due sale separate ma comunicanti tra loro – che viene riletta ed reinterpretata attraverso un inaspettato dialogo tra arte rinascimentale e contemporanea.

Stefano Arienti, Cantine Antinori nel Chianti Classico

Questa nuova produzione rappresenta la continuità dell’attenzione all’arte della famiglia Antinori che da sempre ha legato il proprio nome all’eccellenza nel vino e alla tradizione mecenatistica.

In contemporanea, presso l’avveniristica Cantina Antinori nel Chianti Classico è esposta un’altra installazione site-specific di Arienti, ispirata sempre dalla lunetta di Della Robbia, che entra a far parte della collezione di famiglia, in dialogo costante con la storia.

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