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Frank e Marsha Samponaro, americani di Sarasota, Florida, hanno visitato il Chianti per la prima volta nel 1993, e da allora non hanno mai smesso di venire.

Fu il caso a portarli a Radda in Chianti, dopo che i genitori di amici gli avevano suggerito di trascorrere le vacanze in Toscana.

Frank ricorda ancora le alzatacce alle cinque del mattino per contattare telefonicamente l’agenzia e la trepidazione una volta arrivati in Italia. Niente internet, niente google maps e molte curve.

Fu amore a prima vista. Una delle prime scoperte, come da prassi, fu la qualità del vero cibo italiano, che non aveva niente a che vedere con quello italoamericano d’oltreoceano. Fra i ricordi che riaffiorano alla mente di Frank e Marsha c’è infatti Luciano Porciatti, che fa assaggiare di tutto: “Prova, prova!”.

Radda era molto differente, ci dice Frank, “i negozi in via Roma erano principalmente per i raddesi, il turismo c’era, ma non così imponente. L’atmosfera era più tranquilla e il parcheggio si trovava molto facilmente”. E aggiunge ridendo “io sono raddese, non posso pagare per un parcheggio!”.

Quel che non è cambiato, assicurano, è lo spirito degli abitanti del paese, che è il motivo per cui sono sempre tornati qui, nonostante, specie nei primi anni, frequentassero assiduamente Firenze.

Le amicizie sono state fondamentali, come quella con Terzo Freddolosi con cui Frank faceva lunghissime chiacchierate su come si viveva in Chianti un tempo. O con Romolo Carrai e tutta la sua famiglia.

È infatti grazie all’amicizia con Romolo, produttore di vino, se tornano sempre per Radda nel Bicchiere, un evento che conoscono come le loro tasch: “Mi ricordo ancora le prime edizioni ai giardini, adesso è molto più organizzata e ricca. Torniamo sempre per quest’occasione”.

Nella loro casa infatti non manca mai del buon Chianti Classico, per cui Frank ha una passione enorme, coltivata nel corso degli anni.

All’inizio venivano qualche settimana, adesso vengono due volte l’anno e rimangono il  più a lungo possibile. “Questo territorio sta cambiando volto” sostiene Frank, che ha l’occhio dello storico in quanto ex professore universitario di Storia “e non saprei dire come potrà essere il Chianti tra vent’anni. Io ho negli occhi la prima Radda che incontrai, calma e senza frotte di turisti. Ma, come sosteneva il mio amico Terzo, senza turismo questi luoghi sarebbero probabilmente abbandonati”.

“Ad ogni modo”, assicurano, “questi sono fra i luoghi più belli al mondo, e insieme alle persone rimarranno per sempre nei nostri cuori”.

Emanuele Grazzini

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