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“L’Eroica”, la manifestazione ciclistica marcata Gaiole in Chianti, non ha bisogno di essere presentata o promossa, come indicano le migliaia di iscrizioni accolte ogni anno e la rilevanza ormai internazionale dell’evento.

Piuttosto, come aneddoto, è simpatica l’immagine di Giancarlo Brocci, il suo padre ideatore, che da bambino, avendo imparato a leggere e a scrivere da solo perché di famiglia troppo comunista per poter frequentare gli asili delle suore, veniva chiamato al bar del paese a passare in rassegna i giornali ai più anziani, generalmente analfabeti.

Le sfide epiche del “duello del secolo” tra Bartali e Coppi e le cronache calcistiche delle partite della Fiorentina i temi più gettonati, tra le pagine della Nazione e del Mattino di Firenze.

E’ in questo quadro di un Chianti popolare ancora mezzadrile, permeato dal fascino dei grandi appuntamenti sportivi, che vengono segnati le passioni e il destino di Giancarlo, il quale, impegnato e sensibile sul fronte politico e ambientale, maturerà, agli inizi degli anni ’90, l’idea del Parco ciclistico del Chianti come prospettiva di promozione territoriale legata alla preservazione dei luoghi e alla valorizzazione delle strade bianche, patrimonio identitario chiantigiano.

Nel 1995, Giancarlo promuove così la sua prima creatura, la Gran Fondo “Gino Bartali” intitolata in omaggio al ciclista fiorentino di cui, ancora oggi, loda le capacità di resistenza nel confronto con il più giovane Coppi.

Una gara agonistica che, in tre anni, vedrà triplicare le proprie iscrizioni come segnale di un interesse crescente: la domanda di un evento ciclistico di natura esperienziale ed emotiva che trovi il proprio appeal nelle caratteristiche del percorso, del paesaggio che ne fa da cornice e del territorio che lo ospita.

L’embrione dell’Eroica vede così la luce nel 1997, quando agli iscritti della “Gino Bartali” viene data l’opportunità di partecipare a una corsa che, prima ancora che tensione agonistica e capacità di sprint, richiede bici e abbigliamento d’epoca come testimonianza vintage e naif, e che offre anche il piacere di forme e occasioni di ristoro nello stile più puro e godereccio della cultura enogastronomica locale.

Una competizione che consente un’immersione totale nei colori, negli odori e nei sapori del Chianti, nel segno più alto dello sport: perché l’importante è partecipare, magari giungendo al traguardo “da eroi”, senza preoccuparsi della posizione di arrivo.

La crescita dell’interesse e delle adesioni, anche in questo caso, sarà esponenziale: soprattutto da quando, nel 2001, con la collaborazione dell’Agenzia di Promozione Turistica della Provincia di Siena, vengono realizzati il percorso e la segnaletica permanenti, che sconfinano dal Chianti con i suoi 208 km da Gaiole a Montalcino e ritorno e, nel 2004, si attiva la sinergia con uno dei più grandi marchi storici di settore, la Selle Brooks rilevata dalla vicentina Royal.

Il primo educational riservato agli operatori della stampa si rivelerà efficace per il lancio entusiastico dell’evento sullo scenario mediatico internazionale.

“L’Eroica, in questi anni, ha selezionato rara umanità” commenta Giancarlo, con quel piglio di chi cerca in primis il lato umano delle cose, rivendicandone con orgoglio il coinvolgimento di un target culturale medio-alto di iscritti: in particolare, di giovani, donne e anglosassoni, “tutte categorie (come suggerisce lui stesso) non storicamente vicine al mondo del ciclismo”.

Il successo strabiliante dell’Eroica è provato da tanti indicatori: i numeri del suo inarrestabile percorso di crescita e internazionalizzazione; l’indotto generato sul territorio, non solo nei giorni della competizione; le tante manifestazioni sportive e le iniziative collaterali che negli anni, da essa, si sono sviluppate.

Ma, soprattutto, l’idea di Giancarlo si è rivelata vincente perché rappresenta un asse promozionale per il Chianti che riesce a evocare e far vivere, davvero, le sue caratteristiche più autentiche e distintive: la poetica del paesaggio, la qualità dell’enogastronomia, la genuinità e la passione della sua gente.

Cosimo Ciampoli

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