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Dal 2 all’11 settembre, a San Gusmè (Castelnuovo Berardenga), tornerà una delle feste con la genesi più strane di quelle di tutto il Chianti.

Stiamo parlando della Festa del Luca, che affonda le sue radici nel 1888, quando Giovanni Bonechi, un contadino del luogo, pose nel proprio appezzamento di terreno una statua in pietra da lui scolpita per invogliare i passanti a fare lì i loro bisogni.

L’obiettivo era sia mantenere più pulito il paese, in un’epoca in  cui non esistevano bagni all’interno delle abitazioni né tantomeno quelli pubblici, che disporre di “fertirriguo”.festadelluca1

La statua raffigurava un uomo accovacciato che copriva le vergogne con il suo cappello mentre era intento a svolgere le sue quotidiane funzioni corporali. Negli anni ‘40 alcuni “sangusmeini”, stanchi di essere derisi per la statua, la tolsero e la gettarono in un lago vicino.

A riscoprire la storia fu, qualche decennio più tardi, il regista televisivo e radiofonico senese Silvio Gigli, che fece indire un referendum popolare per chiedere la realizzazione di una nuova statua.

Ottenuto il consenso dagli abitanti, la statua venne riprodotta su disegno del vignettista Emilio Giannelli, con un messaggio ironico: “re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sue quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi”. Da allora ha preso il via la Festa del Luca.festadelluca