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Lungo la strada che da Radda porta a Gaiole in Chianti, nel cuore della più affascinante campagna del Chianti Classico senese, letteralmente immerso nella sua vegetazione, all’improvviso dopo una curva si trova l’accesso ad una colonica. Qui un’insegna in ceramica gialla riporta scritto “Ceramiche Rampini”. Intorno tutto il verde regala tranquillità e silenzio, un gatto si aggira sornione per il giardino.

Incontriamo il proprietario, l’artista Paolo Rampini, che ci racconta di questa attività e ci conduce a visitare le stanze dove si producono i delicati oggetti: “Ormai il nostro laboratorio esiste da oltre vent’anni, da quando la mia famiglia, proveniente da  Gubbio, si trasferì qui”.

“Oltre a me ci sono  tutte persone che per anni hanno lavorato qui crescendo professionalmente e perfezionandosi in questa tecnica” ci racconta con passione spiegandoci quale sia ancora il metodo artigianale che utilizzano per la decorazione. La produzione è limitata, in quanto produrre artigianalmente richiede tempo. Ma solo così vengono realizzati pezzi  unici, l’uno diverso dall’altro, dipinti a mano usando ancora una tecnica rinascimentale.

“Questo è il nostro mondo – ci dice orgoglioso entrando nel vivo della lavorazione – Dall’oggetto di  terracotta, che chiamiamo biscotto, prodotto dai nostri fornitori che usano solo terra dell’Arno o del Tevere, si passa alla smaltatura a mano. Poi vengono dipinte, sempre a mano, con colori a base minerale come si faceva in antichità. E infine cotte: oggi in un forno a gas anziché a legna”.

Entrare all’interno del laboratorio è come fare un tuffo nel passato. Il legame che unisce la tradizionale ceramica fiorentina è secolare ma qui vengono realizzati oggetti d’arte particolari e personalizzati andando incontro alle richieste dei clienti, che negli anni sono cambiate

“Clienti stranieri e turisti qui possono vedere nel nostro show room gli oggetti realizzati e ordinarli con eventuali modifiche. Ci piace mescolare tradizione con più moderni design”: non a caso tanto di questo made in Chianti viene spedito all’estero anche se negli ultimi tempi l’affluenza dei turisti non è più la stessa.

Paesaggi chiantigiani, filari di vigna ma anche uva, olive, limoni, tutti disegni che rimandano ad una Firenze Rinascimentale in cui la famiglia de’ Medici fece storia. Il territorio del Chianti, opera d’arte a cielo aperto, regala ancora tutto questo.

Silvia Rabatti