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Chianti e Cashmere sono due termini che possono suonare elitari per il valore dei loro significanti: un territorio famoso e dall’alto richiamo turistico in tutto il mondo e una fibra tessile pregiata dalla quale si generano prodotti morbidi, caldi e vellutati.

Ma quella della newyorchese Nora Kravis e della sua “Chianti Cashmere Goat Farm”, pur se di successo, sembra comunque una storia fatta di fango e fatiche, maniche rimboccate, lotta alla burocrazia e continue sollecitazioni a rimettersi in gioco.

Una vicenda molto lontana dallo stereotipo naif dello straniero che viene ad abitare nel Chiantishire in rifugio dal caos delle grandi città o in ritiro a fine carriera lavorativa.

Erano gli inizi degli anni ’70 quando Nora, allora addestratrice di cavalli, passando casualmente dal podere “La Penisola” ubicato nella vallata della Volpaia, a pochi km dal centro storico di Radda, ha scelto quello che sarebbe diventato il suo regno.

Un luogo incantato che, fin dalla toponomastica, lascia sottointendere di essere collegato solo per un po’ con il resto del mondo.

Laureatasi in Veterinaria all’Università di Pisa e fatta pratica con polli, pecore e cani dei vicini, partendo da due capre autoctone nel 1988, Nora ha poi costituito il primo gregge di capre cashmere in Europa.

Anche per l’unicità di tale esperienza, la sua impronta sul territorio chiantigiano si è fatta sempre più visibile, così come la sua immagine a livello internazionale, e la sua attività si è connotata dei valori della sostenibilità produttiva, del sostegno alla pastorizia e agli allevamenti estensivi.

Oggi, il suo allevamento di oltre 200 capre distribuite su circa 7 ettari e vegliate da 11 cani da guardia, oltre ad essere il piu grande in Europa, è l’unico centro di riproduzione e selezione genetica della capra cashmere italiana.

La sensibilità maturata e messa in pratica sul fronte del rapporto con i lupi, con la scelta di metodi non letali nei confronti del predatore, le è valsa il primo riconoscimento a livello europeo del Wildlife Friendly Enterprise Network, la comunità globale dedicata al sostegno delle produzioni che contribuiscono alla vitalità economica delle aree agricole nel segno della coesistenza con gli animali selvatici a rischio.

Nora collabora anche con gruppi pubblici e privati che si occupano di allevamento e di lavoro artigianale allo scopo di creare lavoro agricolo e artigianato qualificato in zone e paesi sottosviluppati, agendo come consulente per progetti che utilizzano le capre da cashmere per la riqualificazione delle zone abbandonate e marginali.

Inoltre, un ambito in cui Nora opera in Chianti tramite contratti di pascolo con alcune aziende agricole locali, distribuendo squadre di capre a ripulire e recuperare terreni incolti. Con recinti elettrici mobili e un paio di cani dentro ciascuno di essi, le capre cashmere di Nora pascolano nei campi delle aziende Montevertine, Monterinaldi, Vignavecchia e Badia a Coltibuono.

Una delle cose più affascinanti di tutta questa storia è che la newyorchese Nora, attraverso l’amore per le sue capre e per la sua attività, si è integrata così tanto con il territorio rurale chiantigiano da diventarne, a sua volta, un’attenta guardiana per la tutela della biodiversità animale e la tenuta e la qualità dei suoli.

Cosimo Ciampoli