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È soprattutto per amore di Lucolena che nasce questa storia. A scriverla, due giovani donne che hanno deciso di diventare imprenditrici e rilevare la storica bottega di generi alimentari del paese.

Una, Elisa Brezzi, vive nella piccola frazione del comune di Greve (circa trecento abitanti) da quando è nata; l’altra, Giulia Nesi, si è trasferita qui nel 2008, per mettere su famiglia assieme al fidanzato, lucolenese da generazioni.

Tutto comincia nell’estate del 2013, quando il proprietario della bottega Enrico Ermini (che ha ereditato il negozio dal padre Mario e lo ha gestito per quasi trent’anni assieme alla moglie Carla) decide che è venuto il momento di lasciare.

Elisa e Giulia si lanciano così nell’impresa, costituendo una società e subentrando nel gennaio del 2015. E’ il passaggio del testimone, che consente di proseguire una storia lunga oltre un secolo. E non è un modo di dire.

Una storia iniziata negli anni ’10 del Novecento proprio grazie ad una donna, Vittoria Ermini, che dà vita al locale e lo fa diventare un punto di riferimento per il paese. Fuori l’insegna recita: “Trattoria dei cacciatori a tempo perso con pane e vino e generi diverso”. Nel 1935 la proprietà passa a Mario Ermini, che nonostante porti lo stesso cognome non è parente di Vittoria.

Enrico nasce nel 1946 e la bottega è la sua casa. La gestisce fin da giovanissimo assieme al padre, che gli lascia tutto all’inizio degli anni ’90 (Mario muore nel ’92). Negli anni ’30 nel locale si fa ristorazione e successivamente anche il pane. C’è la mescita, si gioca a carte e si fuma tanto. Negli anni ’50 viene messa qui la prima tv per vedere “Lascia o raddoppia”, “Rischiatutto” e i programmi più in voga dell’epoca.

Elisa e Giulia sono arrivate in punta di piedi, con il massimo rispetto per la tradizione di questo luogo. Dentro il negozio, adornato di prodotti artigianali che i lucolenesi hanno donato alle ragazze, è rimasto tutto com’era.
E la gente le ha ripagate con affetto e simpatia.

“Non era scontato – dice Elisa – a volte nei paesi, soprattutto in quelli piccoli, c’è un po’ di resistenza al cambiamento”.

Osservare i clienti che entrano ed escono dalla bottega conferma quanto le due ragazze siano ben volute. Qualcuno scherzando le chiama “le enrichette”, dato che quella è sempre stata la bottega di Enrico. Che oggi guarda Elisa e Giulia con tenerezza, ma anche convinto di avere lasciato a due persone serie ed affidabili.