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Una storia vera, che però è quasi una fiaba. E’ quella che è stata vissuta nei giorni scorsi a Casa Chianti Classico, all’ex Convento di Radda in Chianti, dove i gestori (Giuseppe Pollio e Alessandro Boletti), hanno avuto per alcuni giorni… una compagnia speciale.

Ma andiamo per ordine: “Il 3 maggio – inizia Alessandro -alcuni clienti ci segnalano la presenza di un pulcino ssulla terrazza panoramica. Sembra decisamente impossibilitato a volare e così decido di prenderlo a posarlo su un muretto alto circa un metro e mezzo, poco distante dal punto di ritrovamento. In questo modo cerco di metterlo un pò al riparo da gatti e dalla vista di altri predatori (le gazze con i pulcini possono essere molto aggressive)”.

“Anche tramite un’amica biologa – prosegue – definiamo trattarsi senza dubbio di un piccolo di allocco. Quasi subito il pulcino si accuccia in una nicchia del muretto. Ma dopo qualche ora, prima di chiudere la struttura, ci accorgiamo che è a terra. Con una gazza che lo sta insidiando. Riusciamo quindi a contattare un veterinario, su segnalazione della Regione Toscana che ci suggerisce di metterlo al sicuro, lontano da possibili predatori”.

Gli umani… si danno da fare: “Decidiamo quindi di ricoverarlo all’interno del chiostro, in una scatola di cartone ma con la possibilità che la madre possa trovarlo e, nel caso, dargli da mangiare. Il giorno dopo lo ritroviamo infilato in un tombino del chiostro e, dopo averlo recuperato, proviamo a tranquillizzarlo con il richiamo e gli diamo da mangiare pezzi di cuore. Alla sera lo portiamo dal veterinario che lo porterà al centro di recupero a Colle Val D’Elsa”.

Ma non è finita. Oltre dieci giorni dopo, il 12 maggio: “Sempre alcuni clienti – prosegue nel racconto Alessandro – avvistano un altro pulcino che gli plana sopra la testa. E, in qualche modo, si ferma sulla ringhiera dal lavatoio dei frati. Anche questo sembra abbastanza piccolo e non in grado di proteggersi: dopo consulto con il veterinario decidiamo di portarglielo”.

Siamo al 15 maggio: “Anche il terzo pulcino si palesa, questa volta sopra un albero del giardino. E’ decisamente più grosso degli altri due, e non sembra in difficoltà nonostante una coppia di ghiandaie che gli “urlano” e lo sfiorano in volo ripetutamente tutto il giorno. A fine giornata lo vediamo prendere il volo e, un pò goffamente, dirigersi verso un altro albero”.

“Insomma – conclude Alessandro – è del tutto evidente che c’era il nido sopra il tetto del Convento. Noi, rispettando gli animali, abbiamo cercato solo di dargli un aiuto discreto”.

Matteo Pucci

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