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Il Chianti Classico si lascia alle spalle 12 mesi di successi ininterrotti, a furor di critica, e saluta il 2019 con l’attesa Anteprima della vendemmia 2016, la Trecentesima dalla prima definizione della zona del Gallo Nero come terra di vini eccellenti.

Già nel 2018 la vendemmia del Trecentesimo, in versione Chianti Classico Annata, è stata più che soddisfacente sulle guide italiane, strappando consensi anche superiori alla molto elogiata 2015, pur presentando caratteri di maggiore austerità e classicità.

Il primo banco di prova di questo emblematico millesimo sarà proprio la Chianti Classico Collection 2019, in cui per la prima volta saranno presentate in assaggio la Riserva e la Gran Selezione 2016.

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La denominazione si prepara ad affrontare un nuovo anno di sfide dopo aver incassato successi cadenzati, regolarmente scanditi dalle uscite di articoli sulle più importanti riviste del settore.

Il 2018, di fatti, è stato un vero crescendo per il Chianti Classico, culminato nel gran finale delle attese recensioni di fine anno.

La redazione di Wine Spectator nella Top 100 del 2018, la selezione dei migliori assaggi dell’anno, ha premiato tre Chianti Classico, uno per tipologia, con la Riserva 2015 di Castello di Volpaia sul podio al 3° posto, il Chianti Classico 2016 di San Felice al 19°, e infine la Gran Selezione Vigna del Sorbo 2015 di Fontodi al 60°.

Un record per la denominazione, non solo il prestigio delle posizioni raggiunte, ma anche il numero totale delle menzioni, il più alto degli ultimi 10 anni.

Invece nella classifica nazionale di Wine Spectator, la Top 100 Italian Wines, in degustazione a OperaWine 2019, circa una etichetta su cinque è un Chianti Classico: tra new entry e presenze storiche si preannuncia un’anteprima di Vinitaly davvero nel segno del Gallo Nero.

Una Gran Selezione anche nella rosa dei migliori anche per Wine Enthusiast, che assegna il 31° posto della Enthusiast Top 100 Wines of 2018 a Castello di Ama con la Gran Selezione San Lorenzo 2013.

Monica Larner di Wine Advocate, tra i critici più attenti alla nostra denominazione, delinea di anno in anno una concezione del Chianti Classico sempre più articolata: dopo la scelta editoriale di distinguere la Gran Selezione dalla Riserva e dall’Annata e di suddividere i vini recensiti per comune, quest’anno ha concentrato la sua analisi sul concetto di territorio, o meglio, di terroir.

Nella sua varietà, sostiene Larner, il Chianti Classico riesce a esprimersi con assoluta personalità e qualità.

“Ogni anno che faccio questo lavoro – dice Larner – mi avvicino per articolare e autenticare una tesi che istintivamente so essere vera. Cioè: non esiste un territorio vinicolo italiano più grande del Chianti Classico. Nessun’altra regione corrisponde alla sua fluida bellezza ed eleganza, alle sue varie sottozone e ai suoi terreni, ai suoi legami storici con vitigni indigeni e internazionali, al suo clima temperato e alla luce dorata, o al suo nobile pedigree. Nessun’altra regione ha il potenziale o la promessa che vedo nel Chianti Classico. Il Barolo è il più grande vino italiano, ma per me il Chianti Classico è il più grande territorio vinicolo del paese. In effetti, è tra i migliori territori su una mappa del mondo del vino”.

I suoi punteggi premiano la Gran Selezione, che con oltre l’85% delle etichette sopra la soglia dei 90 punti è la categoria che nell’insieme raccoglie i maggiori successi, senza staccare molto la Riserva e l’Annata.

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Da oltreoceano anche James Suckling inserisce nella sua Top 100 due Chianti Classico, Castello di Ama Gran Selezione Vigneto Bellavista 2015, che sfiora il perfect score con 99 punti, e la Riserva 2015 di Castello di Bossi con 98 punti.

In Inghilterra il numero di maggio scorso di Decanter ha dedicato un articolo alla Riserva e alla Gran Selezione, in cui la differenza di punteggi tra le due categorie si fa sottile, seppur rimanendo sempre favorita la categoria all’apice della piramide qualitativa.

Diversa la scelta di Jancis Robinson, la prima giornalista a diventare Master of Wine, che si concentra su Annata e Riserva, suddivise per comune.

Una prova convincente, con oltre un terzo dei campioni oltre la soglia dei 17/20, confermata dalla scelta del Chianti Classico come vino protagonista di due serate di degustazione, Chianti Classico Night, organizzate da Robinson a Londra e a New York.

In Germania, mercato storico, ma non per questo meno competitivo, i nostri vini hanno colto l’interesse di Sascha Speicher, che ha dedicato un lungo articolo su Meinigers Sommelier in cui i vini vengono presentati in base alla loro capacità di esprimere una determinata caratteristica: d’altitudine, territorio a nord, o a sud, Sangiovese in purezza o in blend. Un approccio descrittivo diverso, che può stimolare una riflessione in termini di comunicazione.

Come non citare poi l’articolo sul Chianti Classico Gran Selezione pubblicato nel Top of Toskana di Vinum o le recensioni di Chianti Classico Gran Selezione e Riserva di Falstaff in cui 20 vini del Gallo Nero hanno ottenuto punteggi superiori a 93/100.

Per quanto riguarda l’Italia, il Chianti Classico ha confermato il trend positivo già emerso nettamente nel 2017.

Toscana regina d’Italia per numero di Tre Bicchieri in Toscana, massimo riconoscimento del Gambero Rosso, e Gallo Nero signore della regione, con ben 21 etichette con il massimo punteggio, di cui un terzo sono proprio Chianti Classico annata 2016.

Daniele Cernilli nella sua Guida Essenziale ai Vini d’Italia, pur riconoscendo complessivamente punteggi elevati alle etichette di Gran Selezione, dà la palma dei 99 punti a Querciabella Riserva 2015.

Il mondo Slow premia 18 etichette di territorio, dichiarando una netta preferenza verso la vendemmia 2015, sia riserva che annata.

Questo non vuole e non può essere un quadro esaustivo delle recensioni positive ottenute dalla denominazione del Gallo Nero nel 2018 e ci scusiamo con tutti coloro che non abbiamo citato: la lista completa sarebbe infinita.

Nel frattempo, in attesa dei primi responsi sulle nuove etichette, i produttori del Gallo Nero si augurano un nuovo principio anche migliore della fine, quella del 2018, che è stata davvero eccellente.

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