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Pistoiese, Andrea Peloni è personaggio che trasmette calma e precisione: del resto non potrebbe essere altrimenti, essendo il direttore amministrativo (“director of finance” e membro del consiglio d’amministrazione) di Castello Del Nero Hotel & Spa, a Tavarnelle.

E’ arrivato qui nel 2006, l’anno dell’apertura: veniva da Palazzo Arzaga, cinque stelle con centro benessere, due campi da golf nel bresciano. Dopo il pendolarismo dei primi anni, da un paio ha scelto di vivere qua, a Tavarnelle.

Andrea Peloni è uno degli esempi che raccontano come strutture di livello in territorio chiantigiano possano calamitare anche professionalità di alto livello. Che sono un arricchimento. Per tutti.

“Come ho visto cambiare negli anni il Castello Del Nero? Moltissimo – risponde sicuro – La proprietà ha investito in questi anni molto per migliorare non solo la qualità del prodotto Castello Del Nero ma ha investito su “intangibile asset” come programmi di formazione e crescita del personale, immagine, social media, revenue management. La combinazione di questi investimenti ha portato ad un miglioramento del servizio per il cliente e un ritorno finanziario per la società”.

Appunto, numeri ed eccellenza, come si fa a metterli insieme? “Serve una fase di investimento – rimarca Peloni – con la consapevolezza che nei primi anni non ci sarà ritorno economico”.

Insomma, avere idee, progettualità, spalle larghe. E fiducia in quel che si fa: “Nel medio lungo termine ripaga tantissimo perché ti porti fuori dalla competizione facendo il salto di qualità che ti permette di non farti scegliere solo sul prezzo. Ci sono persone che pensano che sia un business facile. Chi fa questi investimenti deve conoscere il mercato, avere un sistema di analisi e reporting efficace in modo da pianificare strategie e obiettivi. E’ evidente che avere una proprietà che ci ha creduto per noi è stato fondamentale”.

E nel medio termine, qual è il vostro orizzonte? “Continuare su questa strada – dice ancora Peloni – puntando sempre sulla qualità. Il 2017 è stato un anno straordinario, l’anno della svolta. Come è il 2018? Sembra anche meglio del 2017…”.

Chiudiamo con una nota dolente, con la quale “l’uomo dei numeri” si trova ad avere a che fare ogni giorno. La burocrazia. “Che posso dire… . Normative che cambiano ogni anno, incertezze fiscali, incombenze triplicate. Lavorare così è davvero faticoso”.

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