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Chissà se Adelfa Santucci, a Castellina in Chianti, da tutti conosciuta come “Marcella”, crede al destino!

Da giovane non avrebbe mai immaginato, che quella che fu all’inizio una casuale scelta di lavoro, oggi si sarebbe rivelata la sua ancora di salvezza.

“Mi serve per tenere la testa fuori da altre cose” ci rivela, mentre sta ricamando.

Con i suoi ottant’anni, Marcella è una delle ultime ricamatrici dei nostri tempi. Ci riceve nella sua camera, che è anche il suo posto di lavoro. Sul tavolo, aperte con cura, ci sono centrini, tovaglie, strofinacci tutti rigorosamente ricamati a mano.

“Sono nata a Vagliagli, ma ho vissuto per tanti anni a Radda in Chianti. Da bambina portavo via di nascosto fili e stoffe per assemblarle. Sapevo fare guanti, cappelli, calzettoni di lana. Mi aveva insegnato mia nonna” ci rivela.

“Era il 1970 – racconta – quando Marcella Gallurini mi costrinse ad imparare l’arte del ricamo. Abitavamo vicine e lei aveva lavorato per molto tempo a San Donato dove faceva asciugamani, lenzuola, tovaglie. Così comprai la macchina da cucire, che poi è quella che uso tutt’ora. L’ago non ha la cruna, ma bensì il gancio per ricamare”.

“All’inizio non ero brava – ammette – è stato difficile imparare. Così iniziammo a lavorare insieme per una ditta di Poggibonsi, “Massetina”. Realizzavamo le vestaglie da camera”.

“Nel 1980, però dovetti smettere – ricorda – Con mio marito prendemmo in gestione il Bar Italia di Castellina in Chianti. Lo abbiamo tenuto per dieci anni, fino a quando lo dovemmo lasciare perché era diventato troppo faticoso”.

Ma un’occasione la fece riprendere l’ago in mano: “Poi un giorno mi chiamò il Comune di Castellina. Mi chiese se volevo vendere ed esporre le mie creazioni, durante la Festa di Pentecoste. Io accettai senza indugi. Da quel momento non ho più smesso di ricamare”.

“Io non lo faccio assolutamente per soldi – conclude sorridendo – È una cosa mia, che mi piace e mi fa stare bene. Io non sono anziana, sono… diversamente giovane”.

Jessica Nardi

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