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Era una delle tradizioni pasquali più radicate nel Chianti: il “Tiro della ruzzola”.

Che ad esempio, nelle campagne attorno al paese di Montefiridolfi (San Casciano), si svolgeva la mattina di Pasquetta.

Una passione che, come si vede anche dalle foto qui sotto, non aveva età. E che, anzi, era praticata in maniera preponderante dalle persone più anziane.

Che ritornavano indietro nel tempo grazie a un vecchio gioco ormai quasi sconosciuto alle giovani generazioni.

L'”iscrizione” aveva un prezzo simbolico di 50 centesimi di euro. A fine gioco si spartiva il ricavato in base al risultato.

“Senza soldi non c’è impegno” dicevano i partecipanti. E veniva da sorridere, quasi con tenerezza.

Partecipanti che erano tutte persone che da sempre vivono lungo queste strade di campagna: si giocava su via Santa Maria Macerata, dall’incrocio di via Campoli a sotto Santa Maria.

 

Parlando con loro, si sentiva un lamento: purtroppo, dicevano di essere sempre in meno.

Ma pur di mantenere la tradizione se qualcuno vuol provare erano disponibilissimi a… prestargli la ruzzola e fare qualche tiro.

Solo così infatti si poteva apprezzare la difficoltà per un gesto che può sembrare molto facile. Ma non lo è.

Per capire meglio di cosa si tratta(va) eccolo, il “Tiro della ruzzola”, immortalato in una bella galleria fotografica realizzata da Paolo Ermini nell’aprile del 2016.

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