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Siamo dietro al palazzo comunale di San Casciano. Vicini al Torrino e a quella parte di paese che venne letteralmente rasa al suolo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Il complesso, diventato oggi “B&B art”, venne ricostruito dopo la seconda guerra mondiale. E, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, ristrutturato a fini turistico-ricettivi da due società immobiliari chiantigiane.

La proprietà fino dalla metà dell’Ottocento era della famiglia Lumachi, commercianti e professionisti sancascianesi.

Il palazzo si componeva in una serie di appartamenti di modeste dimensioni, ad esclusione di uno al primo piano che aveva un importante camino.

Questa caratteristica derivava dal fatto che per secoli l’immobile era stato foresteria del vicino convento delle Benedettine; e l’appartamento al piano primo veniva destinato ai parenti in visita alle monache, provenienti da famiglie ricche e nobili.

Gli altri spazi erano destinati a stalle e dormitori per servi e famiglie.

Ormai da tempo recuperata l’antica destinazione a “locanda”, e mutuata in termini moderni secondo la tipologia di Bed & Breakfast, dall’1 novembre il palazzo ha visto insediare due volti nuovi alla gestione. Che incontriamo nella sala comune, già arredata con gusto e calore.

Raffaella ha tre figli; Letizia, per 14 anni nel settore del turismo, una bambina di cinque anni: la proposta di gestire il “B&B art” è arrivata questa estate. E sono iniziati mesi frenetici.

“Abbiamo sei camere e due junior suite – spiegano – La clientela tipo? Diciamo mista: dal business al turista, alla famiglia. Insomma, sia viaggi di lavoro che di piacere”.

In pieno centro storico di San Casciano, stanno lavorando per apportare rapide migliorie. Nuove tv, nuove illuminazioni.

Motivate ed entusiaste: “Facciamo tutto noi due, gestiamo tutto dall’accoglienza alle pulizie. Vorremmo semplicemente diventare un punto di riferimento di qualità in chi viene a San Casciano”.

Matteo Pucci

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