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“Un’altra annata di scarica”: sono queste le parole di Filippo Legnaioli, presidente della società agricola cooperativa Frantoio del Grevepesa in località Gabbiano, dal 1974 una delle imprese più conosciute e apprezzate nel settore di produzione olearia sia in Italia che all’estero.

Un inizio annata che anche questa volta (“la quarta consecutiva” secondo Legnaioli) non lascia spazio a grandi aspettative. Infatti, a sentire l’esperto nel settore, il nocciolo del problema è che “ci sono poche olive da lavorare”.

La causa della penuria di olive è associabile in particolare, secondo lui, “al caldo eccessivo e alla siccità dell’estate scorsa”, i quali in combinazione hanno compromesso la fase di passaggio dallo stato di fiore a quello di frutto negli olivi (“allegazione” in termini agronomici).

“Vedendola dal lato positivo però – dice Legnaioli – grazie al clima caldo le olive sono maturate più in fretta e la presenza di danni da mosca olearia nel raccolto si è notevolmente ridotta”.

Tuttavia, tra i determinanti della povertà di raccolto degli ultimi anni, il cambiamento climatico, pur essendone responsabile in larga parte, non è il solo fattore da tenere in considerazione.

“Va considerato poi – continua Legnaioli – lo stato di abbandono di molti oliveti in Toscana, che al giorno d’oggi non ricevono più le cure necessarie, proprio perché manca una forza lavoro”.

“Rimangono gli anziani ad occuparsene – sottolinea – mentre i giovani hanno altri interessi, altre aspettative lavorative più soddisfacenti e più retribuite del lavoro nel campo. E come biasimarli…”.

Dunque, le prospettive di inizio di questa annata non sono certo le migliori per il Frantoio del Grevepesa né migliorano per le altre aziende dentro e fuori Toscana.

Secondo Confragricoltura Toscana si tratta di una vera e propria “annata nera” per la produzione olearia della regione, con un calo medio pari al 60% rispetto agli anni passati.

Al Frantoio, comunque, la qualità delle olive portate dai soci per la lavorazione è da considerarsi buona, anche se si nota una marcata disomogeneità di maturazione delle stesse (dal colore verde intenso al nero).

La scarsità di raccolto risulta però bilanciata dalla sua elevata percentuale di resa: 14 kg di olio estratto da 100 kg di olive.

E, dato che la “crisi di olive” si sta facendo sentire ai produttori, i prezzi dell’olio prodotto registreranno un aumento rispetto a quelli della scorsa produzione: “non saranno certo inferiori a quelli dell’anno passato, per intendersi”, commenta Legnaioli.

Il presidente del Frantoio del Grevepesa conclude consigliando agli agricoltori di “non tardare troppo con la raccolta delle olive”, perché la loro maturazione precoce ne determinerà anche una caduta (“cascola”) precoce dai rami.

Cosimo Ballini

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