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Da Monna Lisa alle antiche briglie del torrente Agliena studiate dal grande genio del Rinascimento. Sono numerose le tracce che Leonardo da Vinci ha lasciato di sé e della sua colossale opera artistica, umanistica scientifica nelle terre del Chianti e della Valdelsa, sue fonti di ispirazione visiva ed empirica.

In particolare delle briglie del torrente Agliena, manufatti idraulici monumentali rilevati nella Val di Scheto nel comune di Barberino Val d’Elsa, ha elaborato nel 1540 indagini e studi specifici che ha poi trascritto nel codice Leicester, detto anche Hammer, raccolta di disegni e scritti che comprende 36 fogli databili tra il 1504 e il 1508.

Lo scritto che indagava il torrente Agliena era titolato “Metodi per evitare l’erosione degli argini dei fiumi”.

Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno grazie a un complesso intervento di risistemazione e ripristino degli argini del torrente ha riportato alla luce 27 briglie leonardesche: insieme al Comune di Barberino ha organizzato una giornata di visita con una delegazione di docenti universitari, studenti ingegneri e funzionari del Governo giapponese.

Il Ministero alle Infrastrutture del Giappone sta infatti conducendo un progetto di ricerca sulle dighe più antiche del mondo.

Un dipinto che raffigura l’area dell’Agliena, attribuito a Leonardo, è oggi conservato al British Museum di Londra. L’opera idraulica venne conservata e utilizzata per tutto il diciottesimo secolo come riportano alcune iscrizioni attualmente visibili sulle briglie.

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