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“La situazione è meno drammatica di quello che si paventava. La produzione è sicuramente inferiore ai sogni e alle aspettative, ma superiore a quello che si pensava nel periodo estivo”.

Stiamo parlando della campagna olearia che sta per partire nel territorio del Chianti Classico, e che arriva dopo un periodo di siccità che ha messo a durissima prova le piante.

A darci il suo parere è Fiammetta Nizzi Grifi, agronomo e responsabile tecnico del Consorzio dell’Olio Dop Chianti Classico: “Sicuramente – dice – ci sono delle zone che hanno sofferto di più, altre meno”.

Andiamo sulle quantità: “Si presume una perdita del 30-35% di olive. Per iniziare ad avere i dati precisi serve però almeno una settimana: si comincia un po’ prima? Se non torna la pioggia sì”.

“Perché il problema della mancanza di pioggia – dice ancora Nizzi Grifi – è che alcune varietà stanno di nuovo soffrendo: se piove possiamo andare un po’ avanti e ritardare, se non piove bisogna partire. Le cultivar più in sofferenza? Maurino, Moraiolo. Il Leccino è invece la più resistente, quest’anno sta dando il massimo della sua rusticità”.

Abbiamo notato in varie zone del Chianti potature in corso. Chiediamo se sia diretta conseguenza di questa annata particolare.

“Sono vecchie tradizioni – conclude Nizzi Grifi – e peraltro è una potatura che non serve a niente. L’olivo non dovrebbe avere due potature l’anno, la fanno per favorire la raccolta e, appunto, per un qualcosa di legato al passato: la frasca infatti si usava per accendere il primo fuoco”.

Matteo Pucci

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