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Avevamo parlato con Paolo Cianferoni, proprietario dell’azienda agricola Caparsa a Radda in Chianti, a inizio settembre. In piena siccità, con temperature torride e vendemmia alle porte.

Paolo, con la consueta onestà, aveva parlato di annata “di carestia”, di un’agricoltura (nel complesso, non solo il mondo vitivinicolo), messa in ginocchio dal meteo. E, per quanto riguardava il vino, si riservava una valutazione complessiva a uve in cantina.

# ARTICOLO / Previsioni per la vendemmia, Paolo Cianferoni: “Mai vista un’annata così”

Adesso che le uve sono tutte in cantina, e che inizierà a breve (o è già iniziata) la svinatura, siamo tornati da Paolo: “Sono molto più ottimista di qualche settimana fa – esordisce – Le piogge che ci sono state nel mese di settembre hanno davvero aiutato molto”.

Sarà un’annata molto particolare questa del 2017 nel Chianti Classico, “a macchia di leopardo – dice Cianferoni – Chi ha vigneti in zone più umide, che hanno avuto meno impatto dal clima siccitoso, ha portato in cantina uve splendide. Da cui verrà probabilmente fuori una grande annata. Purtroppo invece chi ha versanti che hanno subito maggiormente la siccità avrà molte, molte difficoltà”.

Di sicuro sarà un’annata quantitativamente ridotta: si parla di riduzioni di uva Chianti Classico fra il 10% e il 50% (quindi in alcuni vigneti si è preso dalla vigna meno di 40 quintali per ettaro rispetto ai 75 previsti dal disciplinare di produzione).

Lo stesso si può dire poi della resa dell’uva una volta spremuta: anche in questo caso si va giù. Insomma, meno uva in vigna e resa minore di quella stessa uva in pigiatura.

Si potrà però ricorrere alle giacenze: è infatti previsto dal disciplinare che si possa “tagliare” l’annata con un massimo del 15% di annate precedenti di Chianti Classico. Quindi, se ho 100 quintali di vino, potrò inserirne 15 di un’annata precedente.

“Chi vorrà fare il… furbo sulle quantità – conclude Paolo – quest’anno dovrà stare molto attento insomma. E il consumatore potrà capire ancora di più la differenza fra i vari territori e i vari produttori. Del resto il vino è o non è… un prodotto della natura?”.

Matteo Pucci

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