Articolo disponibile anche in: Inglese

La filosofia del vivere slow, il life style del Gallo Nero, simbolo in Italia e nel mondo del Chianti Classico, piace ai giapponesi.

Sono 22 i rappresentanti dei comuni della Prefettura di Ibaraki, una delle regioni agricole più estese e rilevanti dello stato asiatico, che scelgono di visitare e conoscere Greve in Chianti come città fondatrice della rete delle Città Slow, modello di sviluppo economico, promozione turistica e culturale da emulare e replicare nel loro paese.

Impiegati pubblici, responsabili e funzionari di oltre la metà dei territori di cui è costituita la Prefettura di Ibaraki, esperti nei settori ambiente, economia, scuola, chiedono la ricetta del buon vivere all’esperienza virtuosa di Greve, “una piccola cittadina della Toscana – dicono i coordinatori del gruppo giapponese Okubo e Kitsuka – che negli anni è riuscita a diventare così importante da guadagnare un posto al sole nei circuiti internazionali”.

Il motivo per cui i giapponesi hanno chiesto un incontro con il sindaco Paolo Sottani, incontro cui ha partecipato l’ex sindaco Paolo Saturnini che ha promosso la nascita dei temi slow e ha contribuito a costruire il percorso di internazionalizzazione di Greve in Chianti negli anni ’90, è il problema della fuga dei giovani dalla campagna verso la città e il loro disinteresse verso la cultura agricola.

GiapponesiAGreve

“Vogliamo far rinascere i territori di Ibaraki – proseguono – e rimettere in moto la nostra economia che ha un carattere prevalentemente agricolo, Greve è nota nel mondo per le capacità produttive, l’attività di promozione oltre confine, l’impegno nella valorizzazione e nella tutela delle eccellenze enogastronomiche. Il nostro viaggio di lavoro è teso a confrontarsi con l’amministrazione locale per stimolare idee, accogliere proposte e suggerimenti. Dal Chianti e dalle città che aderiscono a questo modello di vita abbiamo solo da imparare”.

Il sindaco ha esposto ai giapponesi le finalità di vari progetti di area come la scuola per contadini, rivolta ai giovani drop out, il piano di interventi teso a contrastare l’abbandono scolastico attraverso il recupero degli antichi mestieri e delle capacità artigianali, l’imprenditoria giovanile che si è affidata alla filiera corta per aprire nuove attività e trovare fonti di reddito legate alla terra.

Leggi altri articoli...