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Da San Casciano al grande circus delle moto, in quel grande mondo viaggiante che si chiama motomondiale.

Duccio Pistolesi (Chef_Duccio su Instagram), 32 anni, è passato dalle cucine del ristorante “Oliviero” a guidare quelle dello SkyracingteamVr46, dove corrono i “prospetti” di Valentino Rossi.

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Foto Leo Feltran

Duccio, da San Casciano al “circus” del motomondiale. Dicci come…

“La mia scelta di entrare in questo mondo dello SkyracingteamVr46 nasce dalla passione per lo sport e le due ruote. Quando sono stato contattato lo scorso anno, senza esitare ho detto sì. Anche se era inverno e io ero a lavorare in Brasile come consulente culinario: ero tentato di rimanere là, in infradito e bermuda. Ma per fortuna ho scelto questa esperienza fantastica. Il sole e il mare, le onde e l’acqua di cocco comunque sono là che mi aspettano: di vita ne abbiamo una no?”.

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Duccio con lo chef Bruno Barbieri

Raccontaci un po’ qual è la tua routine quotidiana.

“La giornata inizia alle 6.15. Entro in cucina, che si trova nel truck dove dormiamo, e inizio a prepare la colazione per piloti e meccanici. Dopo la colazione, dalle 9.30 alle 11, a seconda della categoria, ho da preparare il pranzo per i piloti. Che prima di salire in sella mangiano qualcosa stabilito da nutrizionisti: anche se non sembra lo sforzo è enorme e le energie consumate sono tante. Durante queste ore comunque c’è da prepare il pranzo per gli ospiti del team, i meccanici, gli sponsor e i giornalisti di Sky. Alle 12 anche loro devono essere sfamati. Nel pomeriggio qualche pilota deve fare merenda, mentre altri preferiscono riposarsi. Alle 18 inizia l’aperitivo per i nostri ospiti, tutto preparato nella nostra mini cucina del truck. Piccola ma sempre ben organizzata. Alle 19.45 c’è la cena: i piloti seguono la dieta generalmente hanno un piatto unico, composto da carboidrati, proteine e fibra. Mentre per meccanici, ospiti e ragazzi della Vr46 non ci sono limiti e possono mangiare quel che vogliono. Alle 23 termina il tutto e andiamo a riposarci pronti a… ripartire”.

Cosa è cambiato nella tua impostazione?

“Io ho sempre lavorato alla carta o insegnato alla Cordon Bleu di Firenze, quindi è cambiato quasi tutto. Nella mia carriera professionale non mi è mancato di fare esperienze di buffet, ma non a questo livello. Oltre ai piloti dobbiamo servire 300 coperti al giorno tra colazioni pranzo e cena. In spazi minuscoli: alla base ci sono organizzazione, precisione ed esperienza”.

Hai un obiettivo per il futuro?

“Un giorno avrò il mio ristornate. Da queste esperienze impari tante cose che ti aiuteranno a fare sempre meglio il tuo mestiere. Per questo non c’è fretta nella vita di aprire un locale e fare soldi, perché più esperienza fai e con più facilità riuscirai ad avere successo. Sacrificio impegno e dedizione. E’ come nello sport: se ti alleni qualcosa ottieni, ma devi sudare. Niente è regalato”.

Caffe Pascucci - Foto Leo Feltran - 17/11/2016

Foto Leo Feltran

Piatti o richieste particolari?

“Nel nostro ristorante abbiamo una cucina italiana molto salutare. Evito di avere fritti e piatti troppo carichi di grassi, ma il gusto non manca. Anzi, in alcuni casi è migliore: devo assolutamente evitare l’aglio perché se per caso rimane indigesto a un pilota immaginate cosa può succedere a 300 km/h in un rettilineo. Non lo voglio nemmeno immaginare. I piatti devono seguire una linea dettata dai dietologi, quindi completi di tutti i nutrienti. Ma qualche volta i nostri ragazzi devono essere anche felici, quindi se non lo vedo io o i responsabili… un pezzo di torta la se lo mangiano”.

Hai modo di parlare con i piloti della MotoGP? Loro come si comportano a tavola?

“E’ la parte fondamentale, devo assolutamente parlare con loro per capire cosa vogliono e come stanno. Interagisco con Migno, Bagnaia, Manzi e Bulega tutti giorni. E nelle gare meno affollate di fans anche con il “capo Vale”, che viene a trovare i ragazzi della sua Academy. Sono ben educati a tavola: essendo professionisti sanno che il loro corpo, se viene nutrito bene e con orari giusti, rende di più”.

Matteo Pucci

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