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Il 12 gennaio 2017 è entrata in vigore la nuova legge regionale sul turismo. E l’articolo inerente l’attività di affittacamere professionale ha generato dissenso nei comuni chiantigiani, dove il turismo costituisce un aspetto vitale.

L’articolo in questione prevede testualmente per questa categoria “l’obbligo di cessare la somministrazione di alimenti e bevande agli alloggiati entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge regionale, ovvero entro il prossimo 12 luglio 2017”.

Un cambiamento destabilizzante per chi fa questo mestiere da decenni e da decenni, come consentito, mette a disposizione degli ospiti colazione, pranzo e cena, oltre che l’alloggio. Per di più, la legge ha tempi assurdi, troppo brevi.

Continuando a leggere, troviamo le finalità, di cui: “riconoscere il ruolo strategico del turismo”, “orientare le politiche finalizzate alla realizzazione di un turismo sostenibile” e “riconoscere, promuovere e valorizzare tutte le forme di turismo”.

E qui sembra esserci una contraddizione bella e buona tra le parole e i fatti. Fatti che vedono penalizzare pesantemente gli affittacamere professionali. Anche perché, per le altre categorie (ad esempio alberghi e campeggi), non manca la liberalizzazione.

A farsi portavoce della protesta sono Antonio Pescetti, titolare de “La Chiara di Prumiano”, e Gianni De Marchi, proprietario de “Il Paretaio”, eccellenze entrambe collocate nella campagna di Barberino Val d’Elsa.

Due sono i loro obiettivi principali: informare i colleghi e far capire a chi l’ha promulgata che la legge li danneggia. A tal punto che stanno pensando di chiudere. Loro, così come probabilmente altri.

“Tra i primi nel settore ad aprire e tuttora con un ottimo standard – inizia Antonio – da trent’anni ospitiamo seminari, workshop, corsi. Chi viene da noi lo fa principalmente per queste attività, non per vacanza. E’ impensabile che si sposti apposta per mangiare”.

“Giunti anche noi al trentesimo compleanno – dice Gianni – abbiamo una scuola di equitazione rinomata a livello internazionale. Organizziamo lezioni e passeggiate per individui e famiglie che, stando qua, vogliono parlare di cavalli dalla mattina alla sera, pasti inclusi”.

“Siamo venuti a conoscenza del nuovo testo unico sul turismo il 23 febbraio – raccontano – grazie ad una lettera che il Comune di Barberino ci ha gentilmente inviato. Magari ci sono operatori che ancora non ne sanno niente”.

“Gli affittacamere non hanno un’associazione a cui fare riferimento – spiegano – Ci siamo mossi in prima persona ed abbiamo raccolto un’adesione di circa quindici realtà locali. L’Unione Comunale del Chianti Fiorentino ci ha dato il suo appoggio”.

“Non esiste concorrenza – proseguono – I nostri ospiti, spesso stranieri, con figli piccoli e senza l’auto, non hanno voglia né modo di spostarsi ogni volta dall’aperta campagna in paese per pranzo e cena”.

“Chiudere comporta una ricaduta spiacevole non solo su di noi – sottolineano – Ci rimetterebbero i nostri collaboratori e fornitori e, allo stesso modo, i commercianti e imprenditori della zona: presso di loro compriamo le materie prime e i turisti acquistano giornali, souvenir e oggetti vari”.

“Proponiamo che l’articolo venga abrogato o, almeno, modificato – concludono Antonio e Gianni – E’ giusto combattere l’abusivismo, ma così ci rimettiamo anche noi, che le norme le rispettiamo e viviamo di questo lavoro”.

Noemi Bartalesi

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