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Siamo in febbraio e sono passati pochi mesi da quando le testate dei migliori giornali e riviste del settore oleario riportavano espressioni del tipo: “Crollo storico nella produzione di olio di oliva…”, “2016, annata maledetta per l’olio di oliva italiano…”. E ancora: “… anno funesto…”, “… meteo impazzito…”, “… parassiti e mosca delle olive colpiscono ancora…”.

E’ dal 2014 che l’olio e tutto il suo comparto è “sotto i riflettori”: è diventato un prodotto molto chiacchierato sotto tutti i punti di vista. Ci potremmo divertire a fare l’elenco delle notizie scandalistiche, di quelle legate alle scoperte in campo scientifico sul valore di questo prodotto per la nostra salute, per non dimenticare il clima con tutte le conseguenze sulle malattie e sugli attacchi di insetti!

“Oggi si parla di mosca delle olive con la stessa intensità e frequenza con cui si raccontano le storie delle showgirls Belen Rodriguez o Simona Ventura!” commenta Fiammetta Nizzi Grifi, esperta di olivicoltura e consulente tecnico del Consorzio Olio DOP Chianti Classico.

“Dopo anni di silenzio assoluto nel quale chi si occupava di olio aveva pochi interlocutori professionali con cui interfacciarsi – rimarca – oggi si parla di olio in tanti ed è anche cresciuta l’attenzione verso questo prodotto. Siamo quindi molto contenti e soprattutto sicuri, che è iniziata la strada del rinnovamento tanto attesa fin dai tempi dei nostri bisnonni, che piantavano gli olivi convinti di poter dare sostentamento e reddito alle loro generazioni future”.

E’ indubbio che il valore dell’olio sul mercato nazionale, e non solo, è inesorabilmente in crescita e si comincia a percepire sempre più l’aumento del reddito per l’olivicoltore, soprattutto per colui che lavora bene e produce olive di qualità.

Il Chianti Classico DOP 2016 è l’olio di un’annata particolare, quella del Trecentesimo anniversario della denominazione. La produzione di olio DOP Chianti Classico ha avuto una leggera flessione in termini di quantità perché la quantità media di olive a pianta è scesa a circa 6/7 chilogrammi contro i 10/12 di annate regolari.

Anche la resa in olio è diminuita di un paio di punti e quindi gli olivicoltori chiantigiani hanno sostenuto costi più elevati per portare a casa tutta la produzione di olio.

Al contrario, dal punto di vista delle quantità di olio DOP Chianti Classico avviato alla certificazione, siamo in netta salita perché, rispetto a qualche anno fa, aumentano le aziende che si iscrivono al Consorzio e quelle che avviano l’iter di certificazione per il loro olio.

Le caratteristiche qualitative continuano ad avere il riconoscimento da parte del mercato e le vendite sono in crescita perché il consumatore comprende sempre di più l’importanza di rivolgersi ad oli per i quali è garantita la tracciabilità ed i controlli qualitativi.

Uno dei cavalli di battaglia di chi fa qualità continua a essere quello di informare il consumatore che soltanto gli oli DOP e IGP hanno l’obbligo di sottoporsi a tutti i controlli chimici ed organolettici, mentre per un olio extra vergine di oliva “generico” la legge non impone alcuna verifica prima dell’imbottigliamento.

DOP CHIANTI CLASSICO
– N° soci iscritti al Consorzio Olio DOP Chianti Classico nel 2016:

– N° ettari catastali olivetati iscritti nel 2016: 3.042
– N° olivi iscritti nel 2016: 361.813

PRODUZIONI DAL 1999 AL 2016 (litri di olio DOP  Chianti Classico certificati imbottigliati)

Anno raccolta

Quantità imbottigliata (litri)

Anno raccolta

Quantità imbottigliata (litri)

1999

52.400

2008

139.383

2000

91.896

2009

123.787

2001

139.882

2010

141.518

2002

117942

2011

137.169

2003

58.927

2012

126.516

2004

121.144

2013

111.413

2005

123.725

2014

117.635

2006

125.535

2015

50.934

2007

82.926

2016 (al 31/1/2017)

130.728

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